“Sembra incredibile, eppure c’è voluto un giudice per affermare che i Rom non sono la feccia della società. Siamo soddisfatti, ma la misura è colma”. Così Pietro Massarotto, presidente del Naga, commenta la condanna dell’europarlamentare leghista che insultò Sinti e Rom durante una trasmissione televisiva. Gianluca Buonanno dovrà pagare seimila euro di multa perché – secondo i giudici del Tribunale di Milano – la sua “unica finalità era la denigrazione e l’offesa”. Per questo non potrà avvalersi dell’immunità parlamentare.
Le associazioni Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull’Immigrazione) e Naga avevano denunciato Buonanno un anno fa, dopo la sua parteciapazione alla trasmissione Piazza Pulita (La7) il 2 marzo 2015. Il giudice ha riconosciuto che associare il termine “feccia” all’etnia Rom “non solo è grandemente offensivo e lesivo della dignità dei destinatari, ma assume altresì un’indubbia valenza discriminatoria”.
[youtube id=”VKflxaLbMO4″]
Buonanno dovrà pagare le spese legali e l’ordinanza di condanna verrà pubblicata “in caratteri doppi del normale e in formato idoneo a garantirne adeguata pubblicità”, sul Corriere della Sera entro trenta giorni dalla sua notifica. Ma i giudici hanno riconosciuto che la pubblicazione della condanna è una “sanzione non sufficiente e adeguatamente dissuasiva” e dunque hanno condannato l’europarlamentare a un risarcimento di seimila euro a favore di ciascuna delle due associazioni che hanno presentato ricorso.
Non è stato riconosciuto il diritto all’immunità di cui godono i parlamentari europei che opera nell’esercizio delle funzioni parlamentari: il giudice ha ritenuto che le parole utilizzate non fossero “espressione di opinioni politiche, seppur manifestate con toni aspri e duramente critici” ma al contrario, avessero “come unica finalità la denigrazione e l’offesa”.
È stato riconosciuto il diritto al risarcimento del danno a favore delle due associazioni a causa “dell’elevato contenuto discriminatorio delle affermazioni pronunciate da Buonanno, della loro portata diffamatoria e denigratoria, della reiterazione per ben quattro volte della frase offensiva, della assoluta convinzione con la quale sono state pronunciate”. Il conduttore della trasmissione aveva dato a Buonanno la possibilità di chiedere scusa, possibilità non raccolta dall’europarlamentare, nota il Tribunale di Milano.
I giudici hanno anche tenuto conto che le offese sono state pronunciate nel corso di una trasmissione televisiva in onda su di una importante emittente, con un buon indice di ascolto (4-5 per cento di share), in prima serata e quindi con ampia diffusione mediatica. Importanti anche “il ruolo politico e pubblico del Buonanno e la sua notorietà” .
L’europarlamentare, eletto in Piemonte, è noto anche per le sue opinioni omofobe. Il 19 settembre 2014, in un’intervista radiofonica, aveva proposto di “schedare le coppie omosessuali”.
Soddisfatte della condanna le due associazioni. “Rimaniamo molto preoccupati per la continua diffusione di discorsi d’odio, ma la nostra azione dimostra che possiamo e dobbiamo continuare a lottare contro queste violazioni”, concludono Naga e Asgi.