In Puglia è stata un’esperienza di autorganizzazione di lavoratori dell’agricoltura, prevalentemente migranti. Un villaggio e una cooperativa per produrre e uscire dalla tenaglia dello sfruttamento. Casa Sankara a San Severo, situata presso l’azienda agricola regionale “Fortore”, dà ospitalità a 500 persone che arrivavano dal gran ghetto di Rignano Garganico, chiuso nel 2016.
Claudio Jampaglia ha intervistato a Giorni Migliori il fondatore di Casa Sankara, Papa Latyr Faye.
Noi abbiamo accolto le persone dopo la chiusura del ghetto di Rignano nel 2016 e attualmente abbiamo una comunità di circa 500 persone nelle strutture date dalla Regione Puglia e lì abbiamo anche presentato un progetto di agricoltura. Ci hanno messo a disposizione 20 ettari di terreno. È un’azienda regionale che abbiamo ribattezzato Casa Sankara e l’abbiamo intitolato a Stefano Fumarulo, dall’ex dirigente comunale che purtroppo ci ha lasciato due anni fa. Per contrastare il caporalato abbiamo pensato di creare lavoro sui terreni abbandonati. Questo è anche un modo per uscire da questo casino che si è creato nel mondo dell’agricoltura, una vera e propria guerra tra poveri. Quando dico “guerra tra poveri”, parlo di produttore e bracciante, perchè loro sono alla base della piramide. Ci siamo ritrovati in questa situazione e stiamo cercando di contrastare questo fenomeno con questo progetto di agricoltura.
Come riuscite a gestire la cooperativa?
Abbiamo iniziato quest’anno e per il momento vogliamo fare formazione visto che non abbiamo ancora gli attrezzi per affrontare direttamente il problema. Abbiamo dovuto firmare un contratto con una cooperativa italiana che ci fa formazione e di fornisce gli attrezzi. L’anno prossimo dovremo iniziare a produrre da soli, cominciamo dalla canapa. Vogliamo uscire dal mondo della concorrenza che non si sa più come interrompere. Fare un pomodoro e venderlo al prezzo giusto in queste condizioni non è possibile, perchè proporli al prezzo di 3 euro al chilo non va in questo mercato. Noi stiamo pensando di fare anche altre culture.
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