“Non c’è nulla da spiegare” dice il ragazzo che regge il cartello con il disegno di Meloni che bacia Mussolini. È quello più fotografato e alla fine è quello che rappresenta il pericolo contro cui oggi si manifesta: la deriva autoritaria della destra di governo che reprime il dissenso e che somma con questo disegno di legge tutti i “nemici” che ha creato in questi due anni: gli immigrati, i detenuti, gli studenti, che questa legge l’hanno chiamata il “ddl paura”. In piazza ci sono tutte queste realtà, inizialmente hanno detto di essere cinquantamila poi hanno annunciato centomila e in effetti dal Verano a piazza del Popolo si è snodato un corteo fitto, pieno, tantissimi giovani, più di duecento associazioni, tra queste ad esempio il coro di Testaccio che per l’occasione ha inventato un canto. C’erano anche i segretari dei partiti di opposizione, compreso Giuseppe Conte, contestato da alcuni: “Hai governato con la Lega” gli hanno gridato. Ma oggi è stata una prova riuscita di unità, l’unità dei partiti di sinistra che da tempo non si ritrovavano tutti insieme, ma soprattutto di un pezzo grande di società, di realtà sociali vive che contestano una legge che mette a rischio la democrazia.