
La Lega si porta a casa, alla fine, il suo provvedimento-propaganda e il Carroccio potrà così esultare con la sua campagna social. In realtà quello che si è visto in Consiglio regionale è una destra più che mai divisa. La discussione sulla mozione cosiddetta “anti-burqa” inizia con oltre un’ora di ritardo per permettere alla maggioranza di trovare una quadra che infine non arriva, perlomeno non del tutto.
Il testo originario leghista, seppur ammantato nella relazione introduttiva dalla proponente, la salviniana Silvia Scurati, di presunte ragioni di rispetto della sicurezza, era indigeribile dagli alleati, in particolare da Forza Italia. Ecco allora andare in scena il balletto delle parti con gli emendamenti presentati dagli alleati che vengono in parte accolti, in parte respinti. Con l’esito scontato di un voto diviso. Non tanto sul voto finale del provvedimento che, in nome della compattezza della coalizione, viene approvato da tutto il centrodestra, ma su una parte, forse la peggiore, di una mozione già orrenda.
La non partecipazione al voto dei consiglieri forzisti sull’emendamento permette all’opposizione di essere, una volta tanto, maggioranza e di bocciarlo. Così come, ovviamente, viene bocciata la mozione abbinata presentata dal Pd. A voto concluso, la Lega ottiene la sua bandierina, seppur annacquata. La destra ha invece la dimostrazione plastica che al Pirellone è divisa, se non su tutto su molto.