Anche oggi si contano i morti nelle acque che lambiscono l’Europa. Sei bambini sono morti nell’ennesimo naufragio nel Mar Egeo sulla rotta tra Turchia e Grecia, al largo di Smirne.
Un gommone con a bordo profughi afghani è naufragato alle 2,30 di notte, e non si sa quante persone fossero a bordo: 8 sono state salvate, ma continuano le ricerche di altri possibili dispersi.
Intanto sempre sulla costa di Smirne è stato trovato il corpo di una bambina siriana, che sarebbe annegata in un naufragio di alcuni giorni fa.
Un altro naufragio è avvenuto al largo delle Canarie: un’imbarcazione partita dal Sahara Occidentale si è ribaltata per le pessime condizioni del mare, i morti sarebbero almeno 11.
Secondo l’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati, nel 2015 il 30% delle vittime nel Mar Egeo sono stati proprio bambini. “Sono viaggi che coinvolgono interi nuclei familiari, per questo il numero di vittime tra i bambini è così alto” spiega Raffaella Milano, direttrice del programma Italia-Europa di Save the Children.
“Quando le persone partono per cercare una condizione economica migliore, prima parte il capofamiglia per portare poi il resto dei parenti. Ma queste sono persone che fuggono da luoghi di guerra, ed è tutta la famiglia insieme a scappare”.
Tre mesi fa l’Europa si commuoveva e si indignava per la fotografia del piccolo Aylan, sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia. Da allora però nulla è cambiato. “L’Europa aveva prospettato dei percorsi sicuri per chi scappa dai campi profughi per arrivare in luoghi sicuri, ma non è mai stato fatto nulla di concreto – denuncia ancora Raffaella Milano di Save The Children – L’unica alternativa sono ancora questi viaggi, affidandosi ai trafficanti, ad altissimo rischio per la propria vita. Per quanto l’Europa è disposta a tollerare ancora tutto questo?”
La strada scelta però, sembra ancora diversa: il governo socialista francese insieme a quello conservatore tedesco chiedono un giro di vite dell’Unione Europea sull’arrivo dei migranti.
I due governi hanno scritto una lettera chiedendo alla Commissione Europea di darsi da fare per ridurre i flussi di immigrati, attraverso il rafforzamento di Frontex, la polizia europea che sorveglia le frontiere per contrastare l’immigrazione.
Dettaglio significativo: la lettera è datata 3 dicembre, ma è stata resa nota solo ora, nel mezzo della campagna elettorale per i ballottaggi delle elezioni regionali in Francia, dopo la vittoria al primo turno dell’estrema destra del Front National.
Ascolta l’intervista a Raffaella Milano di Save the Children