Secondo l’Organizzazione mondiale delle migrazioni, sono già tremila le vittime dell’immigrazione che hanno trovato la morte nel tentativo di varcare il Mediterraneo. Da marzo in avanti, la media è stata di 20 morti ogni giorno. In totale, afferma l’Oim, sono arrivati in Europa oltre 242 mila immigrati. È il terzo anno consecutivo che il numero delle vittime supera le tre migliaia, ma non era mai accaduto prima della fine di luglio.
Le ultime vittime sono soprattutto donne: 21 sui 22 cadaveri recuperati, appartenenti probabilmente a nigeriane. Jacob Goldstein, infermiere che lavora sulla motonave di Medici senza frontiere, racconta che probabilmente prima di morire c’è stata “una lotta per la sopravvivenza” tra le centinaia di persone che stavano sul gommone. “Si trovavano in mezzo al mare, più vicini alle coste libiche – racconta l’infermiere dell’ong -. Il gommone era di bassa qualità, era danneggiato e si è cominciato a riempire di acqua e benzina”. Poi il panico, che probabilmente è stato tra le cause della morte. Le vittime sono rimaste schiacciate nella ressa, nel tentativo di recuperare un posto sul gommone che andava a picco.
“Devo aggiungere che una tragedia del genere non dovrebbe ripetersi – prosegue -. Chiediamo all’Europa di aprire canali sicuri per evitare che tutto questo si ripeta”. Fino ad oggi, però, l’appello è caduto nel vuoto.
La procura di Trapani ha aperto un’inchiesta contro ignoti, condotta dal pm Andrea Tarondo. Il 21 luglio anche la motonave della marina irlandese James Joyce, aprte della missione Eunavfor Med, ha recuperato 17 cadaveri. La Centrale operativa della Guardia costiera ha diramato il 21 luglio un comunicato in cui spiega di aver tratto in salvo in otto diverse operazioni complessivamente 1.128 migranti.
Il video con l’arrivo in porto diffuso dalla Guardia Costiera
https://www.youtube.com/watch?v=jwM5FAwS744&feature=youtu.be
Ascolta l’intervista a Jacob Goldstein, infermiere di Medici senza frontiere