Un fenomeno strutturale e positivo, in maggioranza femminile e di religione cristiana, che produce là dove più serve a industria e servizi: è la fotografia della realtà dell’immigrazione in Italia e in Lombardia del dossier statistico di Idos. In collaborazione con Confronti, Istituto San Pio V e sostenuto dai sindacati e dall’8xmille della chiesa valdese: 500 pagine di dati che rovesciano la narrazione dell’emergenza fatta solo di sbarchi e richiedenti asilo che rappresentano l’1% degli stranieri presenti, ad esempio in Lombardia.
Da una parte, infatti, c’è la narrazione dell’emergenza di quasi tutti i media e soprattutto della politica, fatta di sbarchi di soli giovani maschi africani e mussulmani in cerca di asilo; dall’altra parte, la verità di 500 pagine di dati che raccontano un fenomeno stabile, di arrivi in gran parte per ricongiungimenti familiari o permessi di lavoro, in maggioranza femminile e cristiano.
Per la Lombardia rappresenta il 12% della popolazione residente e il 20% dei permessi di soggiorno nazionali, quasi centomila, più di due terzi ormai di lunga durata, sono coloro che attendono il decreto flussi che fa finta non lavorino da anni nelle imprese che li chiameranno dai loro paesi obbligandoli a rischiosi e pantomimici viaggi di andata e ritorno. E’ una delle due distorsioni del sistema di chiamata come ci racconta Antonio Bove responsabile Cisl del settore immigrazione e per venti anni allo sportello di assistenza.
I cittadini stranieri insomma sono un capitale umano che abbiamo già in casa e che stiamo formando, regolarizzarlo sarebbe logico e pratico, invece di andare a prendere lavoratori a gettoni in est Europa come si fa già in alcuni settori. Anche alcune categorie di imprese lo dicono, mentre il governo parla solo di richiedenti asilo o rifugiati ovvero l’1% di tutti gli stranieri in Lombardia.
I dati che guardano al lavoro sono davvero indicativi della manipolazione in atto: con aumenti nella presenza di lavoratori nell’industria e per manodopera specializzata, e il calo nell’agricoltura. Dove abbiamo più bisogno. Un segnale, molto simile a quello che arriva dalle scuole con il 16% di ragazzi non italiani, ma al 70% nati qua. Anche se la flessione nella natalità si comincia a vedere anche tra le famiglie straniere in Italia.
Il dossier dice con chiarezza che ogni deterrente alla immigrazione legale è una criminalizzazione e crea un pericolo per la società. Esattamente il contrario delle attuali politiche che disincentivano i percorsi legali e ragionano solo di controlli e repressioni. Così 170mila profughi ucraini non sono un problema per l’Italia ma 130mila sbarchi dal mare diventano un’emergenza europea. La realtà e la rappresentazione.