L’unico risultato certo che arriva dalle amministrative è che le elezioni politiche si terranno l’anno prossimo, alla scadenza naturale della legislatura. Fallito il tentativo di legge elettorale, nessuno dei grandi gruppi in Parlamento si sente pronto a andare al voto subito. Troppo da costruire, le coalizioni sono più sulla carta che nella realtà. I rapporti di forza non sono più quelli del vecchio bipolarismo, il ballottaggio tra destra e sinistra nasconde molte debolezze.
La sconfitta dei cinque stelle è reale e dolorosa, esclusi da quasi tutti i ballottaggi: a Parma dove Grillo ha tentato di umiliare Pizzarotti, cacciandolo dal Movimento, il sindaco si prende la rivincita con un ballottaggio dal quale sono esclusi i Cinque stelle. Ma per Grillo il voto per le elezioni politiche è il vero termometro del consenso a cinque stelle, è lì che si concentra il voto di opinione, anche se esiste la debolezza di una leadership che si sta appannando, quella di Di Maio si sta indebolendo a colpi di insuccessi, dall’aver sostenuto e difeso sempre Virginia Raggi, fino alle trattative per la riforma elettorale.
Nel centrosinistra il discorso appare ancora più complicato: attratto dalle ipotesi di larghe intese con Berlusconi, dopo il fallimento della proposta di legge elettorale e dopo i risultati di domenica, Renzi deve sperimentare una coalizione di centrosinistra. Ma l’idea di un Pd che guarda al centro di Alfano e a sinistra è improponibile, difficile tenere dentro tutto, e la centralità del partito non ha più la spinta propulsiva di prima, i voti al Pd sono diminuiti rispetto alle ultime elezioni.
Renzi vuole aprire a Pisapia, ma Bersani non ci sta e chiede all’ex sindaco di Milano di pensare piuttosto ad una sinistra competitiva rispetto al Pd. Nei prossimi mesi però Renzi tenterà di portare a compimento in Parlamento tutte le leggi con un’impronta progressista e laica, dallo ius soli al testamento biologico, cercando nel concreto di provare a costruire un’alleanza a sinistra.
Nel centrodestra, Berlusconi tiene i piedi ben saldi a terra, invita ad essere cauti rispetto alla sconfitta di Grillo e vede nel centrodestra la vittoria solo se Forza Italia apre alle liste civiche e alla società civile, visione molto lontana da quella che ha Salvini, il quale nel centrodestra ci vuole stare solo se è la Lega a fare da traino, ipotesi che per Berlusconi è improponibile.