Ormai è guerra dichiarata tra Donald Trump e i media americani. Dopo le schermaglie dei mesi di campagna elettorale e i primi giorni da Presidente, ieri alcuni giornalisti della Cnn, del New York Times, del Los Angeles Times, di Politico e Buzzfeed sono stati bloccati all’ingresso di un brieafing informale convocato dal portavoce del presidente Trump, Sean Spicer.
Ai cronisti è stato, di fatto, impedito di partecipare all’incontro, senza alcuna spiegazione, come ha subito fatto sapere la Cnn che, per prima, ha dato notizia del bando che ha colpito, stavolta, la stampa. “Ci hanno fermati segnalandoci che non eravamo nella lista, che c’era gente prima di noi”- ha hanno raccontato i giornalisti di Cnn, segnalando che solo alcuni organi di stampa sono stati ammessi. Secondo quanto riferito, la priorità è stata data a Breitbart News, Fox News, Washington Times e ad altri giornali conservatori o ultra-conservatori molto compiacenti con le politiche del presidente Trump.
Il New York Times ha definito il divieto come una “violazione del protocollo” in rapporti con la stampa e duro è stato anche il commento del presidente dei corrispondenti della Casa Bianca, Jeff Mason. “Si tratta di un comportamento senza precedenti nella storia delle relazioni tra la Casa Bianca e la stampa”. “Assistiamo a uno sviluppo inaccettabile – hanno fatto sapere ancora altri giornalisti – è quello che succede quando si vendicano di articoli che a loro non piacciano. Ma noi continueremo a riportare i fatti comunque».
Durante una conferenza ieri, Trump ha poi di nuovo attaccato la stampa definendola come “nemica del popolo”, perché diffonde notizie false.