Diffa è una cittadina del Niger sud-orientale, a pochi chilometri dal Lago Ciad dove confluiscono i confini di quattro nazioni: il Niger, il Ciad, la Nigeria e il Camerun. Questo territorio è l’area nella quale opera Boko Haram, il famigerato gruppo jihadista nigeriano che ha aderito all’Isis di Abu Bakr al Baghdadi.
Si tratta di un territorio remoto e ora off-limits proprio a causa degli attentati e degli attacchi di Boko Haram che usa kamikaze, auto bombe, commando armati e ultimamente si è specializzato in uno dei sistemi più odiosi di attacco, cioè l’uso di bambine suicide.
Muhammadu Buhari, il nuovo presidente nigeriano, al momento del suo insediamento al potere nel maggio scorso, aveva promesso di sconfiggere Boko Haram entro la fine dell’anno. Non è stato in grado di onorare la sua promessa: Boko Haram continua a compiere attentati e attacchi non solo in Nigeria ma anche nei Paesi confinanti: il Niger, appunto, il Ciad e il Camerun.
Tutta la regione intorno al Lago Ciad è praticamente militarizzata e giornalisti e operatori umanitari non vi possono andare.
La testimonianza che vi proponiamo è quella di Giacomo Zandonini, giornalista freelance che ha raggiunto Diffa con un convoglio dell’Unicef