Una battaglia contro l’amnesia sui crimini nazisti ad Auschwitz durante la seconda Guerra Mondiale, contro la rimozione collettiva e delle istituzioni nella Germania anni ’50. Di questo parla Il labirinto del silenzio di Giulio Ricciarelli, uno dei film appena selezionati per la short list delle candidature agli Oscar.
Non ce l’ha fatta il film italiano di Claudio Caligari Non essere cattivo ad entrare nella selezione per il miglior film in lingua straniera ma Ricciarelli, tedesco di madre e di luogo di vita, è nato in Italia.
La storia del film, prodotto in Germania, si riferisce a un fatto reale: quella di un giovane pubblico ministero che alla scoperta di alcuni documenti schiaccianti, fa partire un’indagine e un processo nei confronti di un ex criminale nazista che, con naturalezza e nel silenzio degli altri, lavora in una scuola.
Ricciarelli gira con rigore ma senza dimenticare la forte emotività e rabbia che può trasmettere la rievocazione di questi fatti. E la presenza di Alexander Fehling, già visto in Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino rende credibili l’ambientazione e la fatica dei tanti che hanno voltuto tenere aperta quella pagina di storia, nonostante ci fossero anche eventi importanti, come la divisione della Germania, a distogliere lo sguardo.
Giulio Ricciarelli è passato dagli studi di Radio Popolare a poche ore dalla notizia della candidatura nella short list per gli Oscar.
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