L’occasione per un nuovo impulso per la Fabbrica del Vapore è la scadenza della concessione temporanea per l’utilizzo degli spazi di via Procaccini a Milano, che arriverà il 28 febbraio. La comunicazione da parte del Comune di Milano ai laboratori che da dieci anni sono attivi alla Fabbrica ha creato un clima di preoccupazione per la prospettiva che appare incerta.
L’amministrazione comunale ha fatto sapere che affiderà il coordinamento artistico e l’indirizzo per le attività a Fondazione Milano – Scuole Civiche presieduta da Marilena Adamo, che dovrebbe realizzare un progetto pilota, farne un punto di riferimento per giovani artisti in una logica di massima condivisione e apertura nei confronti di soggetti interni ed esterni alla Fabbrica e alla multidisciplinarietà.
Questo è quanto si legge nel comunicato; l’Assessora al Benessere Chiara Bisconti ha dichiarato di voler dare alla Fabbrica un grande impulso, dato che effettivamente è un patrimonio cittadino dalle potenzialità non del tutto sfruttate. E meno male, visto che con tutte le amministrazioni che si sono susseguite la Fabbrica non è mai decollata.
Facciamo un po’ di storia. Nel 1999 l’amministrazione aveva definito le finalità del progetto: un centro di produzione culturale giovanile, un grande laboratorio d’idee e sperimentazioni, un luogo dove i giovani potessero essere protagonisti, uno spazio aperto alle proposte più innovative provenienti da realtà cittadine ed internazionali, un centro attivo frequentabile tutto l’anno.
Nei primi mesi del 2000 venne indetto un bando pubblico per selezionare progetti e realtà che avrebbero potuto operare all’interno del centro, mentre nel contempo venivano ristrutturati gli edifici dell’area industriale dismessa. Sono state scelte attività laboratoriali di diverse aree della produzione culturale e artistica: design, arti visive, fotografia, danza, teatro e musica.
Una quindicina di laboratori hanno trovato lì il loro spazio. Il progetto per la Fabbrica del Vapore prevedeva che dopo un periodo di permanenza negli spazi del complesso, della durata di dieci anni, ci fosse un ricambio delle attività. I dieci anni scadono dunque a fine febbraio e il Comune ha in mente di indire un nuovo bando.
Non ha senso azzerare tutto ciò che è accaduto in questi dieci anni, un patrimonio culturale prezioso che in molti casi ha accolto e fatto crescere molti giovani, laboratori che si sono consolidati e hanno avuto un notevole riconoscimento per il loro lavoro. Questi laboratori potranno dunque partecipare al bando e a quanto sembra di capire l’Amministrazione è intenzionata a valorizzare la loro esperienza includendola nel nuovo progetto.
Si spera quindi in una soluzione condivisa , in questa atmosfera di attesa abbiamo intervistato l’Assessora Bisconti, Fabio Cirifino di Studio Azzurro, che ha espresso la preoccupazione di quasi tutti i laboratori, e Patrizia Brusarosco di Viafarini che con Maschere Nere si dice invece contenta e fiduciosa nella proposta del comune. Ascolta l’intervista.