E’ stato pubblicato il rapporto sulle violenze sessuali all’interno della Chiesa cattolica in Francia. La cosa che colpisce di più sono i numeri e i racconti delle vittime. Negli ultimi 70 anni, più di 330 mila bambini e bambine hanno subito abusi da parte di sacerdoti e persone laiche legate alla Chiesa.
Un fenomeno di massa, che per decenni è rimasto silenziosamente all’interno delle mura della Chiesa, coperto da una sistemica omertà. Il rapporto è stato realizzato dalla Commissione indipendente sugli abusi nella Chiesa (CIASE), composta da teologi, magistrati e psichiatri. Il presidente della commissione è Jean-Marc Sauvé, che è stato vice presidente del consiglio di stato fino al 2018. Per la prima volta, un’inchiesta del genere viene portata avanti in maniera indipendente, e non internamente alla Chiesa.
La pubblicazione di questo rapporto è fondamentale perché innanzitutto dà un’idea chiara, precisa e terribile dell’ampiezza del fenomeno. Più di tremila preti in 70 anni. E’ chiaro che non si tratta di qualche singolo individuo, qui il problema è la Chiesa intera. La Chiesa che nasconde, protegge e tace.
La Chiesa che lascia centinaia di migliaia di ex bambini e bambine soli con i loro traumi fisici
e psicologici. La Chiesa che non può più cavarsela con qualche espressione di pentimento, con la sospensione di qualche “mela marcia”. La Chiesa, con questa inchiesta, non può più tirarsi indietro: le sue vittime devono essere risarcite.
Jean-Marc Sauvé l’ha detto chiaramente durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto: “I numeri sono così schiaccianti che non possono rimanere senza risposta”. Il rapporto è stato possibile anche e sopratutto grazie al coraggio delle vittime, molte delle quali hanno trovato il coraggio di parlare solo dopo 50 anni. Perché se già è tremendamente difficile parlare di un abuso sessuale, lo è forse ancora di più quando avviene dentro quelle pareti che dovrebbero essere sacre, e ad opera di persone che dovrebbero proteggerci.
Claudette Couturier, che oggi ha 56 anni, ha raccontato che il suo primo ricordo di bambina è quello di essere stuprata da tre preti che, a turno, si avventavano su di lei. Olivier Savignac, oggi capo dell’associazione delle vittime, ricorda di essere stato violentato a 13 anni durante un campo estivo della Chiesa. Dallo stesso prete che violentò molti altri ragazzi e bambini. Centinaia di storie così compongono il rapporto. Che si conclude con 45 raccomandazioni che vanno dal revisionare la legge canonica, al ripensare al modo in cui i preti vengono formati fino a una riflessione profonda sulle dinamiche che permettono e hanno permesso questi abusi. Perché bene denunciare, ma una cosa del genere non deve mai più succedere.