![Bertánia Almeida](https://www.radiopopolare.it/wp-content/uploads/2023/08/Bertania-Almeida.jpg)
Dopo una vita passata a Parigi e tre anni ad Abidjan, dal 2020 José da Silva, il manager e produttore discografico che ha costruito il successo internazionale di Cesaria Evora, ha ricentrato la sua attività al Capo Verde. Negli anni ottanta da Silva lavorava nelle ferrovie francesi e nel tempo libero gestiva un gruppo di musica capoverdiana in cui suonava. Poi, folgorato da Cesaria Evora ascoltata una sera in un locale di Lisbona, le si propose come manager. Cesaria era conosciuta solo nella comunità capoverdiana, aveva consumato la sua vita a Mindelo, la sua città, nell’isola di São Vicente, era una donna non più giovane e amareggiata dalle delusioni, e un carattere certo non facile. Il seguito lo sappiamo.
Nell’88 da Silva diede vita alla Lusafrica, l’etichetta che ha pubblicato quasi tutti i dischi di Cesaria, ma anche album di altri artisti capoverdiani e africani, e non solo africani: cantante sconosciuto, scoperto per caso da da Silva a Cuba, Polo Montañez raggiunse con la Lusafrica un clamoroso successo, prima di rimanere vittima nel 2002 di un tragico incidente. Mancata Cesaria Evora nel 2011, qualche anno dopo da Silva è stato chiamato da una major, la Sony, nella sua sede di Abidjan.
Quando poi è iniziata la pandemia, da Silva ha pensato di trasferirsi a lavorare da remoto nella sua villa di Mindelo, dove già viveva sua madre. Dopo un anno ha lasciato la Sony, e ha deciso di proseguire la sua attività dalla casa di Mindelo: da Silva continua ad occuparsi degli artisti capoverdiani della Lusafrica, la cui direzione è stata nel frattempo presa in mano da sua figlia Elodie, e con un’altra società ed etichetta, la Harmonia, lavora sulla produzione discografica, la distribuzione e l’organizzazione di concerti di artisti capoverdiani che si rivolgono all’arcipelago e alla diaspora.
Rispetto a quando da Silva ha lanciato Cesaria Evora è cambiato tutto: i dischi fisici non si vendono più, e bisogna lavorare sulle piattaforme, dove musica capoverdiana di matrice tradizionale come quella cara a da Silva fatica a trovare attenzione, e con un rientro degli investimenti molto difficile. Per qualcuno degli artisti più promettenti la soluzione sarebbe un’audience più ampia di quella capoverdiana.
Per il momento è solo un talento con una notorietà poco più che locale, a Mindelo, ma Bertánia Almeida certamente potrebbe aspirare ad una carriera internazionale: intanto Harmonia in marzo ha messo in circolazione sulle piattaforme il suo primo album, Descobri, interamente consacrato al genere capoverdiano per eccellenza, la morna, e sobriamente realizzato con il solo accompagnamento di un virtuoso della chitarra, Bau. Nata a Tarrafal nell’isola di São Nicolau e cresciuta nell’isola di São Vicente, Bertania Almeida nel ‘96, ancora adolescente, ha vinto un concorso locale per “piccoli cantanti”, e in anni più recenti si è esibita a Mindelo e, in rare occasioni, in altre isole dell’arcipelago e nella capitale Praia.
Bertania Almeida canta con grande eleganza, in maniera più sofisticata di quella di Cesaria Evora – basti confrontare la sua interpretazione di un brano come Rotcha Scribida con quella incisa da Cesaria – e ha un portamento vocale che si impone, e che fa pensare ad una cantante di fado: chissà che non dipenda dagli anni, dal 2002 al 2009, passati a Coimbra a studiare architettura. Già: fino ad ora quella del canto è stata per Bertania una passione che ha coltivato accanto al suo lavoro, quello appunto di architetto. L’augurio è che il successo che meriterebbe la porti presto a scegliere di dedicarsi interamente alla musica.