In provincia di Trento è stato proposto un progetto per la costruzione di una diga sul torrente Vanoi, al confine con il Veneto. Questo progetto ha suscitato forti preoccupazioni e opposizioni, poiché l’area interessata è classificata come a rischio massimo dal punto di vista geologico. La possibile realizzazione dell’invaso richiama alla memoria la tragedia del Vajont, sollevando timori per la sicurezza e l’impatto ambientale. Nonostante ciò, la Regione Veneto spinge per la costruzione della diga, motivata dalla necessità di affrontare le crescenti sfide legate alla siccità e all’irrigazione agricola.
Mattia Guastafierro ne ha parlato con il presidente di Legambiente Trento, Andrea Pugliese:
Che cosa prevede questo progetto?
Vorrei prima chiarire una cosa: la diga non è in costruzione. Noi pensiamo che, alla fine, le opposizioni saranno tali da riuscire a fermare il progetto. Questo progetto prevede la realizzazione di una diga sul torrente Vanoi, al confine tra la provincia di Trento e il Veneto. In teoria, l’invaso (circa 33 milioni di metri cubi d’acqua) sarebbe situato principalmente in provincia di Trento, nella Val Cordela, che è attraversata dal torrente Vanoi, un torrente che scende dalle Pale di San Martino, per capirci.
Quali sono i problemi legati a questo progetto?
Secondo gli studi geologici, questa è classificata come un’area a rischio massimo (P4) dal punto di vista geologico, quindi un’area di pericolosità massima. Questo è attestato anche dal fatto che nel 2010 c’è stata una grossa frana che ha spostato il corso del torrente e ha causato la chiusura della strada. Si tratta di una zona sicuramente instabile. Anche la relazione geologica allegata al progetto riconosce che è una zona instabile, con distacchi di massi e fenomeni simili.
Nella relazione si fa riferimento al Vajont, scrivendo che non si prevedono effetti simili a quelli del Vajont. Tuttavia, è difficile ignorare la presenza di faglie e fratture. È difficile prevedere cosa potrebbe succedere se questo terreno venisse sottoposto ai cicli di riempimento e svuotamento tipici di un invaso artificiale. Pertanto, ci sono fortissimi pericoli, ed è davvero difficile pensare che si voglia realizzare un’opera del genere.
Perché la Regione Veneto vuole andare avanti con questo progetto, nonostante i rischi?
La Regione Veneto vuole realizzare questa diga per scopi agricoli, soprattutto a causa delle siccità che si verificano in certi anni. Il cambiamento climatico sta portando a periodi di forti piogge alternati a periodi in cui non piove per mesi. La diga servirebbe per l’irrigazione delle zone agricole. Tuttavia, secondo noi, questa è una risposta sbagliata al problema. Il cambiamento climatico deve essere affrontato in modo diverso, ad esempio adattando l’agricoltura alla nuova realtà in cui l’acqua non è più una risorsa sempre disponibile.
Avete speranze che questo progetto verrà bloccato? Abbiamo letto delle proteste da parte di associazioni come la vostra e di comitati di cittadini che si battono contro questo progetto. Qual è il clima li in quelle zone?
Devo dire che, essendo l’impianto al confine con la provincia di Trento, la diga dovrebbe essere comunque in provincia di Trento, e l’invaso sarebbe praticamente tutto in provincia di Trento. È importante sapere che il Consiglio provinciale di Trento si è pronunciato unanimemente contro questo progetto. C’è quindi una sorta di scontro istituzionale in corso. La provincia di Trento è completamente contraria, e sembra difficile che si possa realizzare un’opera del genere senza un accordo tra provincia e regione. Al momento, ufficialmente, la provincia di Trento è contraria, e questo, insieme allo statuto di autonomia, rende, secondo noi, impossibile la realizzazione della diga se non si raggiunge un accordo.
Oltre alle istituzioni, la cittadinanza come si sta schierando sulla questione?
Sicuramente è chiaro che si tratta di una zona piuttosto periferica del Trentino, per cui la maggior parte delle persone considera la questione lontana. Tuttavia, nella zona del Vanoi e del Primiero c’è una forte contrarietà. La lezione del Vajont è ancora ben ricordata, e la realizzazione di questa diga comporterebbe una serie di problemi per i comuni più a monte. Dal punto di vista ambientale, comprometterebbe una delle valli più selvagge delle Alpi, che ha un grande valore turistico. Per cui, nella zona c’è una forte contrarietà.
FOTO| Il torrente Vanoi in località Pront (Canal San Bovo, Trentino), foto di Syrio, 12 giugno 2021, licenza Creative Commons BY-SA 4.0, disponibile su Wikimedia Commons.