Se per la giunta non dovrebbero esserci rallentamenti, assicura la sindaca pro tempore Anna Scavuzzo, sui provvedimenti in consiglio comunale decideranno i consiglieri. In ballo ci sono i dossier A2A, gli scali ferroviari, il post Expo, ma il primo in ordine di tempo ad andare al voto, e rischiare lo stop, è la fase due del progetto di Cascina Merlata: la costruzione del più grande centro commerciale milanese sull’area che ha ospitato fino al 31 ottobre 2015 i parcheggi dei bus turistici di Expo.
Torna come un incubo l’esposizione universale e per Beppe Sala torna nel suo duplice ruolo: quello di commissario straordinario di Expo ieri, quello di sindaco oggi. O meglio, di sindaco sospeso oggi. Per questo le opposizioni chiedono che progetti importanti per la città che hanno visto coinvolto Sala in prima persona, e la vicenda Expo/Cascina Merlata è una di questi, si fermino in attesa del rientro del sindaco nelle sue piene funzioni.
Il voto in consiglio comunale della delibera sul mega centro commerciale di Cascina Merlata era previsto per lunedì 19 dicembre. Le opposizioni chiedono di fermare tutto, ma anche Sala avrebbe espresso dubbi ai capigruppo durante la riunione di venerdì: “è un bene per la città continuare con il voto o è un danno?”. Valuteranno i capigruppo che si riuniranno proprio lunedì a mezzogiorno per decidere se portare il testo in aula oppure no. I tempi sono stretti, la delibera scade il 24 dicembre.
Di cosa si tratta? Di una variante all’accordo che nel 2011 diede il via alla costruzione del nuovo quartiere di Cascina Merlata, al voto c’è un cambio di destinazione d’uso da residenziale/ricettivo a commerciale su un’area di 55 mila metri quadrati. E’ l’area che ha ospitato i parcheggi per i bus turistici durante Expo.
Il vecchio Accordo di Programma su Cascina Merlata prevedeva la costruzione di un albergo su quei terreni, poi nel 2013 successe qualcosa: chi stava lavorando al dossier Expo si accorse che nessuno aveva ancora pensato ai parcheggi per i grossi bus turistici.
Il 7 ottobre 2013 il commissario di Expo Sala invia una lettera agli enti interessati all’Accordo su Cascina Merlata in cui spiega l’urgenza di dover realizzare su quell’area dei parcheggi a disposizione di Expo. La zona risultava perfetta per la vicinanza al sito espositivo. Cascina Merlata Spa, proprietaria dei terreni, viene scelta come soggetto attuatore per la realizzazione dei parcheggi temporanei per Expo.
Il 26 novembre 2013 Sala, nelle sue funzioni di commissario Expo, firma il provvedimento che da il via libera alla costruzione dei parcheggi. Cascina Merlata Spa chiede di bilanciare le perdite di questa cessione temporanea dei terreni con una trasformazione delle volumetrie e della destinazione d’uso: non più strutture ricettive ma un nuovo centro commerciale di 55 mila metri quadrati. Per concludere l’affare serve però un passaggio in consiglio comunale, cosa ancora non avvenuta.
La delibera con la variante è rimasta nei cassetti di Palazzo Marino, il consiglio comunale precedente nel frattempo boccia la delibera sugli scali ferroviari e un nuovo provvedimento urbanistico, con dentro l’ennesimo centro commerciale nell’area milanese, rischiava il secondo stop. Tutto resta quindi fermo fino a poche settimane fa, quando il consiglio comunale riprende in mano il testo. Durante l’ultima seduta le opposizioni si erano viste bocciare sei emendamenti proprio sulla variante del centro commerciale,contestando anche alla maggioranza che con il cambio d’uso il comune perderebbe un milione di euro di oneri di urbanizzazione.
Il progetto è in mano a Euromilano, società immobiliare di cui fanno parte Intesa San Paolo, Unipol, Prospettive Urbane, Brioschi. Gli interessi e gli interessati sono diversi e trasversali. Così diversi che arrivano fino in Arabia Saudita. Euromilano nei mesi scorsi ha infatti firmato un preliminare di vendita del centro commerciale con Fawaz Abdulaziz al Hokair Real Estate Co, società della famiglia reale saudita Al Saud, che recentemente ha concluso un accordo per costruire un centro commerciale anche sull’area ex Falck di Sesto San Giovanni. Un azzardo o un modo per chiedere al consiglio comunale di fare in fretta a votare quella delibera rimasta per tanto tempo nel cassetto. Dove ora rischia di ritornarci, e a quel punto potrebbe saltare l’intesa con i sauditi e l’intera operazione.