Stato di emergenza nelle Maldive.
Il decreto, che è stato emanato dal presidente Abdulla Yameen ed è entrato in vigore a mezzogiorno ora locale, è stato giustificato con la necessità di “assicurare la sicurezza di ogni cittadino”.
In realtà, la decisione arriva prima di una manifestazione di sostegno a Mohamed Nasheed, il leader del partito democratico delle Maldive (MDP), principale gruppo dell’opposizione.
Lo stato di emergenza sospende tutti i diritti fondamentali e dà alle forze di sicurezza poteri straordinari. In un discorso alla nazione, il presidente Yameen – che è salito al potere dopo le contestate elezioni del 2013, afferma che “alcuni gruppi pianificano di usare… armi pericolose ed esplosivi”.
Yameen aggiunge che i diritti e le libertà dei cittadini delle Maldive “saranno limitati nel rispetto della Costituzione e soltanto per il tempo richiesto dalla situazione”.
Tra i diritti limitati dallo stato di emergenza, che resterà in vigore per trenta giorni, c’è la libertà di riunione, espressione, movimento e diritto a un giusto processo.
La scelta arriva dopo un deteriorarsi della situazione interna. Lo scorso 28 settembre un’esplosione a bordo del motoscafo del presidente ha ferito la moglie di Yameen e due suoi collaboratori. Indagini dell’FBI hanno escluso che l’esplosione sia stata causata da una bomba, ma Yameen ha comunque ordinato l’arresto del suo vice, Ahmed Adeeb, accusandolo di “alto tradimento” e di aver complottato contro il suo potere.
Le Maldive – una repubblica composta di 1196 tra isole e atolli, con una popolazione di circa 330 mila abitanti – sono una meta popolare del turismo internazionale. Nasheed, militante ambientalista e primo presidente democraticamente eletto nel Paese, si è dimesso nel 2012, dopo un tentativo di colpo di stato dei militari. E’ stato arrestato alcuni mesi dopo, mentre preparava la campagna elettorale, con l’accusda di aver abusato dei suoi poteri.
La manifestazione prevista per i prossimi giorni era stata organizzata per chiedere la sua liberazione. Nasheed, 48 anni, in alcune recenti interviste ha chiesto alle migliaia di turisti che ogni anno affollano le spiagge delle Maldive di boicottare il Paese e il regime repressivo di Yameen.