A poche ore dal crollo di una parte del ponte Morandi a Genova, il bilancio provvisorio è di 22 persone rimaste uccise e almeno 8 feriti ricoverati negli ospedali della città. Abbiamo raggiunto al telefono Edoardo Rixi, Sottosegretario di Stato del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sul luogo della tragedia già pochi minuti dopo il crollo.
22 morti accertati, ci conferma questo numero?
Sì, purtroppo aumenteranno perchè ci sono ancora molte automobili sotto le macerie.
Le persone che non ce l’hanno fatta erano nelle loro automobili o all’interno delle abitazioni che erano nei dintorni del ponte?
No, le abitazioni civili non sono state coinvolte. È stato coinvolto il capannone di un’azienda e un deposito lì vicino, dove sono stati colti due operatori dell’azienda dei rifiuti del comune di Genova che stavano prendendo un mezzo nel piazzale al momento del crollo. Fortunatamente le abitazioni civili che si trovano sotto al ponte sono rimaste sotto la campata rimasta in piedi. Sono state fatte sgomberare senza che ci fossero delle vittime. La maggior parte delle vittime si trovava sul ponte, si parla di circa 20 autoveicoli e 3 o 4 camion. Al momento sono 22 le vittime e circa 8 i feriti. Uno è stato recuperare in questi momenti, era in un autoveicolo sospeso in aria.
Lei è sul posto?
Sì, sono qui sul posto.
Vi state già facendo qualche domanda sulle cause di questo crollo?
Guardi, adesso vedremo tutti. C’è chi parla di un fulmine, chi dà la colpa alle precipitazioni. Quello che credo è che nel 2018 un ponte non possa venir giù né per un fulmine né per una precipitazione. È chiaro che deve essere aperta rapidamente un’inchiesta e devono essere trovati i responsabili. E soprattutto bisogna prendere delle decisioni, perchè questo è un ponte che è da tempo sotto forte manutenzione. È da almeno 20 anni che si parla di una gronda autostradale che dovrebbe almeno in parte scaricare la viabilità di questo ponte, soprattutto su trasporto pesante. Questo ponte serve il porto di Genova che è il principale scalo italiano e che quest’anno ha avuto un incremento del traffico del 15%. Buona parte è soltanto su autotrasporto, la nostra rete ferroviaria fino alla realizzazione del terzo valico non è in grado di soddisfare la richiesta di trasporto merci e quindi abbiamo tutte queste criticità che saranno ancora più critiche nei prossimi mesi. È chiaro che oggi la cosa che voglio esprimere è la massima solidarietà alle famiglie delle vittime perchè questa è stata veramente una grande tragedia e mi auguro che possa come governo non soltanto stare vicino ai familiari, ma anche dare delle risposte concrete a una città e un Paese che ne hanno disperatamente bisogno.
Secondo lei c’è una responsabilità di Autostrade?
Il ponte purtroppo non si può chiudere e proprio per quello era stata progettata una gronda autostradale. Divide praticamente a metà la Regione Liguria, è una delle arterie più importanti del traffico merci e passeggeri dell’interno Paese. Il ponte non soltanto aveva viabilità urbana – ogni genovese più o meno lo usava due o tre volte al giorno, anche io poche ore prima del crollo ero sul medesimo viadotto – ma c’era anche tutto il traffico diretto verso la Francia. È chiaro che da questo punto di vista non era pensabile di poterlo chiudere nei momenti di manutenzione, questo avrebbe voluto dire utilizzare la viabilità cittadina. Le istituzioni locali avevano elaborato da tempo una sorta di bypass che si sarebbe completato entro la fine dell’anno, la circonvallazione a mare, che in realtà è una rete urbana con una strada a sei corsie che avrebbe consentito di collegare le due uscite autostradali di Genova Ovest e Genova Aeroporto, bypassando il ponte Morandi. È chiaro che ora cercheremo di portare avanti i lavori il più velocemente possibile. Ora vedremo insieme ad Autostrade le cose che hanno funzionato e quelle che non hanno funzionato, sicuramente il problema grosso che c’è è andare ad evitare che questo tipo di situazioni si possano andare a verificare nel nostro Paese. Qualcosa evidentemente non ha funzionato. Stiamo parlando in un’opera importante, di uno dei ponti principali del nostro Paese. C’è da interrogarsi su cosa non ha funzionato negli ultimi decenni.
Per quanto riguarda la sicurezza di quello che rimane del ponte, quanto si è tranquilli?
Sono state fatte evacuare tutte le persone residenti lì sotto. La tranquillità io non ce l’ho, è chiaro che in questo momento bisogna capire come fare, ma probabilmente dovrà essere abbattuto integralmente.
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