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Il Regno Unito si prepara al più grande sciopero generale dei trasporti su rotaia degli ultimi 30 anni. Le manifestazioni inizieranno dopo la mezzanotte di oggi e proseguiranno nei prossimi giorni, in particolare giovedì 23 e sabato 25 giugno. Soltanto il 20% dei treni sarà operativo sulle linee principali e nelle zone urbane. E potrebbero esserci disagi anche nei restanti giorni della settimana.
Martedì si bloccherà anche la metropolitana di Londra. Circa 10.000 lavoratori hanno fatto sapere che aderiranno allo sciopero, mentre Transport for London, l’organizzazione che si occupa dei trasporti della City, ha consigliato ai cittadini di muoversi in bicicletta o a piedi.
Promotore degli scioperi il sindacato britannico che si occupa del settore dei trasporti, la National Union of Rail, Maritime and Transport Workers, meglio conosciuta come RMT, ed è prevista l’adesione di oltre 40.000 dipendenti di 13 operatori ferroviari diversi.
Alla base delle contestazioni ci sarebbero disaccordi sulle retribuzioni, che con l’aumento dell’inflazione risultano non adeguate, e licenziamenti avvenuti durante l’emergenza sanitaria. Una fonte della RMT ha riferito al quotidiano britannico The Daily Telegraph che il sindacato potrebbe far proseguire le azioni di disturbo fino a Natale.
Le rivendicazioni hanno fatto scontrare duramente non soltanto le associazioni di categoria con i vertici delle compagnie dei trasporti private, ma anche con il Governo conservatore che in questi mesi ha scelto di non partecipare alle contrattazioni. I sindacati hanno più volte richiesto la presenza del segretario di Stato dei trasporti Grant Shapps che ha tuttavia sempre rimesso le negoziazioni nelle mani dei datori di lavoro.
Louise Haigh del partito labourista, segretaria di Stato ombra per i trasporti del Regno Unito, questa mattina ha detto alla BBC che la partecipazione del Governo alle trattative è fondamentale, mentre fino a oggi questo avrebbe solo boicottato un eventuale accordo.
Negli ultimi giorni le negoziazioni tra Network Rail, la società britannica che opera come gestore dell’infrastruttura delle linee ferrate britanniche, e la RMT sono andate avanti ma entrambe le parti hanno ammesso che non c’erano gli spazi per raggiungere un’intesa in breve tempo.
Secondo i dirigenti della Network Rail, le interruzioni del servizio costeranno all’industria circa 150 milioni di sterline di mancati introiti. Nei prossimi mesi altri sindacati potrebbero aderire agli scioperi, in una mossa che porterebbe a una generalizzata immobilità dei trasporti in tutto il Regno Unito.