Il Pd dovrebbe tentare di formare un governo con il M5s. Un esecutivo con un programma politico di legislatura allargato a Liberi e Uguali.
Dovrebbe farlo per diverse ragioni. Noi ne elenchiamo un paio. La prima è che in questo modo milioni di voti di persone di sinistra (sia quelli andati ai 5 stelle, sia quelli che sono rimasti al Partito Democratico) troverebbero un senso compiuto.
Il governo che nascerebbe dovrebbe infatti tenere conto soprattutto delle istanze sociali di quelle fasce di popolazione e di quei segmenti della società italiana che non vogliono sentirsi escluse o che possono e vogliono includere.
Dall‘abbandonato Meridione (che ha votato in massa per i 5 stelle) e dall’Isola Progressista del Modello Milano potrebbe nascere un’originale alleanza per il rilancio del Paese basata sulla ricerca di soluzioni dei gravi problemi sociali (disoccupazione, sviluppo, scuola, servizi sociali) e modellata dai valori (e dal pragmatismo) del riformismo meneghino.
La seconda ragione è che un governo del genere terrebbe lontano dalla stanza dei bottoni Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, li costringerebbe all’opposizione per cinque anni, allontanerebbe lo spettro di un egemonia politica della Destra.
Invece che essere la morte del Pd, quel governo potrebbe essere il modo per evitarne il collasso prima e il decesso poi. Potrebbe essere una chance per recuperare il proprio popolo perduto
Certo: il rapporto con il M5s non deve essere di vassallaggio. Se i dirigenti del movimento pensassero a questo farebbero un grosso errore. Luigi Di Maio dovrebbe fare comunque un passo indietro rispetto alla presidenza del consiglio e pensare a un personalità che possa rappresentare le parti. Ma se ci fossero le condizioni di “parità”, il tentativo dovrebbe essere fatto.
Ma il Pd ha intenzione di seguire questa strada?
Per quello che ne sappiamo, Matteo Renzi ha altri programmi. E’in silenzio da tempo, ma è evidente che l’opzione M5s è quella che non predilige. Lui guarda a Silvio Berlusconi, ai “moderati”, a ereditare, in prospettiva, gli elettori di Forza Italia.
Gli altri dirigenti del Pd su di un governo con i Cinque Stelle sono attendisti. Nessuno – da Maurizio Martina in giù – sembra crederci veramente. Dovrebbero farlo invece. Sarebbe un mossa in grado di ribaltare il disastroso risultato del 4 marzo e di fermare il declino del partito.
Con lungimiranza, con lo sguardo ai bisogni del paese, con l’idea di ricostruire una sinistra, i dirigenti del Pd dovrebbero fare questa coraggiosa scelta.