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Il pacco di Lombardia ai gravi disabili: meno soldi e meno libertà di scelta

Lombardia disabili gravi

Il fattaccio arriva a fine anno, la Regione Lombardia prende atto del cambio di indirizzo e della riduzione dei fondi diretti alle famiglie decisi dal governo e così con la delibera n. 1669 del 28-12-2023, taglia le Misure B1 e B2 relative ai disabili gravissimi e gravi, supportate con risorse statali del Fondo nazionale per la non autosufficienza (Fna) e con risorse regionali. Le associazioni del settore Ledha, Nessuno è escluso, Aisla, Confad e molte altre (sono 18) protestano: “Un pacco di Capodanno con sforbiciate fino al 45%” dei contributi, dicono.

I conti riportati dall’Osservatorio per le malattie rare sono questi: “I disabili gravissimi che vengono assistiti ‘solo’ dal caregiver familiare vedranno ridursi il sussidio da 650 a 400 euro mensili. Le poco più di 250 persone che si trovano in una condizione di dipendenza vitale da macchinari (per esempio coma, stato vegetativo o tracheotomia), vedranno ridursi il contributo da 900 a 700 euro al mese. A loro si aggiungono, inoltre, i ragazzi disabili che frequentano la scuola e coloro che convivono con spettro autistico che vedranno il loro sussidio ridotto da 750 a 400 euro al mese.

Rimangono, invece, pressoché invariati gli importi per coloro che possono permettersi di assumere un assistente familiare. Inspiegabilmente l’unica eccezione, in negativo, è riservata alle poco più di cento persone che si trovano in una condizione di dipendenza vitale, come le persone con Sla. A costoro, se assistiti da un professionista regolarmente assunto, Regione Lombardia riduce il contributo da 1.300 a 1.200 euro mensili.”

Ma la questione non è solo monetaria, perché c’è di più come ci racconta Giovanni Merlo direttore di Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità) viene, infatti, messa in discussione la libertà di scelta delle persone.

I numeri parlano di circa 11mila persone con disabilità gravissime in Regione, di queste 3mila assistite solo da un caregiver familiare, mentre 3.600 hanno assunto personale per le cure; altre 6mila persone rientrano nella casistica di disabilità grave. Per farci capire cosa significa le associazioni cominciano a raccontare le loro storie personali di cura e dignità. Sono storie esemplari, molto importanti che potete leggere, ad esempio, sul sito di Aisla – l’Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica. Una di queste storie è quella di Pierangela che abbiamo raccolto e mandato in onda i primi di gennaio.

La Regione dice che non è così vero che si taglia, ma che c’è una rimodulazione del servizio, un cambiamento che necessita di tempo, però scrive al ministero per chiedere delucidazioni, ribadisce che fino a giugno non verranno ridotti i sussidi e promette fondi in aumento. Così dichiara l’assessora alla famiglia e disabilità Elena Lucchini (leghista vogherese, deputata, responsabile del partito del Dipartimento Tutela Biodiversità e Benessere Animale, è una biologa): “Non ci sarà nessun taglio al sistema della non autosufficienza e la dimostrazione è che le risorse complessive sono aumentate rispetto all’annualità precedente, così come è aumentata per il 2024 la compartecipazione regionale. Quello che la normativa nazionale stabilisce è una rimodulazione, destinando una parte delle risorse all’erogazione di servizi in favore delle persone con disabilità. Vogliamo garantire un’offerta di servizi sempre più integrata e personalizzata a supporto dell’assistenza e della cura, potenziando la valutazione multidimensionale, la predisposizione del Progetto di Vita, il Budget di Progetto e le azioni di rafforzamento dei Punti Unici di Accesso (PUA), individuando i criteri di riparto agli Ambiti territoriali”.

Dietro il linguaggio specialistico da addetti ai lavori si nasconde quello che Giovanni Merlo spiegava nel suo intervento: la libertà di scelta e la disponibilità di cure. Ed è anche il punto su cui si concentra la sfida delle opposizioni che vogliono discuterne in aula (quando tornerà a riunirsi il 16 di gennaio). Sì perché la Regione dice non è vero che tagliamo, è il Piano nazionale che prevede la progressiva conversione dei sostegni offerti dai contributi ai servizi erogati in forma diretta e le opposizioni – in questo caso il Pd – fanno presente che “al momento, ci risulta che il bilancio regionale preveda solo un aumento di 400mila euro di risorse autonome regionali, importo insufficiente per riorganizzare i servizi per la disabilità su scala regionale. Per questo motivo, in consiglio regionale, durante la discussione sul bilancio, avevamo già portato proposte concrete, tutte però puntualmente bocciate dalla destra. Ora abbiamo chiesto la convocazione della IX Commissione, dedicata anche ai temi della disabilità, dove non si è mai discusso della delibera del 28 dicembre”. Ecco cosa ha aggiunto ai nostri microfoni il capogruppo del Pd Pierfrancesco Majorino:

Intanto le 18 associazioni hanno scritto una lettera lunedì 8 gennaio al ministero e l’Assessora Lucchini li ha finalmente convocati (domani) in regione per un confronto. L’invito è quello anche di ascoltarle queste associazioni che sono competenti, ragionevoli, per nulla strumentali e non è davvero il caso di fare politica sulla loro pelle. Anche i toni che hanno usato contro qualcosa che come abbiamo capito torna la loro carne viva, fa male davvero, sono stati seri e responsabili. Meritano altrettanto.

  • Autore articolo
    Claudio Jampaglia
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