Chi non è disposto a dirsi favorevole a dare una casa alle giovani coppie? Se poi sono in attesa di un figlio, scatta subito la solidarietà a distanza, spesso più formale che concreta.
Questo è il punto di partenza di “Parassiti fotonici” di Philip Ridley, noto drammaturgo britannico, che ha debuttato in prima assoluta italiana al Teatro Filodrammatici di Milano, con la traduzione e la regia di Bruno Fornasari.
La signora Dee (Elisabetta Torlasco), un’occasione alle giovani coppie la concede sul serio: offre loro (gratis!) una casa disabitata, da ristrutturare, in un quartiere periferico della città che il comune vuole riqualifcare.
A Ollie (Tommaso Amadio) e Jill (Federica Castellini) non sembra vero: il loro bambino vivrà in una casa grande e comoda, che non avrebbero mai potuto permettersi con i loro mezzi.
Tuttavia, a un secondo esame, appare chiaro che la casa ha bisogno di importanti interventi di ristrutturazione. In più, c’è il problema dei mobili, degli elettrodomestici, dell’auto etc.
Una notte, pochi giorni dopo il trasloco nella nuova casa ancora poco abitabile, Ollie sorprende un homeless che cerca del cibo in cucina e lo uccide per errore. Il cadavere dell’uomo si illumina improvvisamente… subito dopo, la cucina subisce una trasformazione soprannaturale e viene dotata di tutti i comfort più lussuosi.
Questo diabolico ed estremo riciclo dei “parassiti” dell’umanità spingerà la tenera coppietta a un percorso criminale sempre più efferato.
Ispirata a un fatto reale, la commedia “faustiana”, surreale e ipernaturalista di Ridley rimette in gioco i nostri più segreti convincimenti, sottoponendoli alla verifica delle moderne urgenze sociali.
Bruno Fornasari, ne ha parlato ai microfoni di Cult.
Ascolta l’intervista a Bruno Fornasari