“La strategia non è la stessa di primavera” ha detto a un certo punto Conte durante la presentazione del nuovo DPCM. Il motivo lo ha aveva appena spiegato:
“Il Paese non può permettersi un nuovo lockdown – aveva detto – la ripresa economica nel terzo trimestre è stata la migliore d’Europa, serve un compromesso – ha usato questa espressione, compromesso – con il tessuto economico“. E allora il Governo insiste sulla linea dell’azione nei confronti dei comportamenti individuali. Le strade del divertimento che i sindaci potranno chiudere, le limitazioni a bar e ristoranti e allo sport di gruppo, ma non alle palestre per ora, perché il conflitto con il Ministro dello Sport ha portato al compromesso – di nuovo – del rinvio di una settimana della decisione dando tempo ai gestori di adeguarsi alle norme.
Poche ore prima del Consiglio dei Ministri che ha stabilito il nuovo DPCM, il Comitato Tecnico Scientifico aveva definito il traporto pubblico “una importante criticità“. Soldi da spendere per i trasporti però non ce ne sono e allora la soluzione è cercare di allentare la pressione, coi doppi turni per le scuole superiori e l’incremento del lavoro da casa nella pubblica amministrazione.
Soldi non ce ne sono più nemmeno per gli aiuti a pioggia e ad esempio le Partite IVA non avranno più gli aiuti di prima. Di fatto però, a proposito di soldi, rispondendo a una domanda Conte ha archiviato il Mes: “Non è una panacea, il vantaggio è molto contenuto, prenderlo per risolvere una disputa di dibattito pubblico non ha senso“.
Rimane l’appello agli italiani a rispettare le norme di igiene e prevenzione. Le mascherine, lavarsi le mani, le distanze. “Impegnarci per tutelare la salute ma anche l’economia“. Sperando che il vaccino arrivi presto, come ha ammesso Conte.