Potrebbero rimanere a brughiera i quarantaquattro ettari del Parco del Ticino, sui quali dovrebbe sorgere la nuova zona cargo dell’aeroporto di Malpensa.
La Valutazione d’Impatto Ambientale presentata da Sea, la società di gestione degli scali milanesi, potrebbe non essere ritenuta adeguata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
La voce circola dalla scorsa settimana senza conferme ufficiali, le indiscrezioni in tal senso aumentano ogni giorno.
Il procedimento effettivamente è stato esaminato dalla Commissione Via del Ministero, ma è solo una parte dei pareri di cui sarà composto il decreto, benché quella fondamentale. E sarebbe negativo.
I commissari sono tenuti al segreto amministrativo, quindi, fino alla promulgazione del documento ufficiale, non ci possono essere conferme definitive.
Per la pubblicazione c’è da attendere che pure il Ministero ai Beni Culturali esprima parere sugli aspetti paesaggistici. I tempi perché questo avvenga non sono stabiliti in modo perentorio dalle norme, quindi non è chiaro quanto ci sia ancora da attendere per il decreto definitivo sulla Valutazione d’Impatto Ambientale dell’espansione della zona cargo di Malpensa.
A difendere i quarantaquattro ettari di pregiata brughiera a Lonate Pozzolo, tra le frazioni di Tornavento e Gaggio, in questi anni è rimasto solo il Parco del Ticino. Sono una decina d’anni che l’ente chiede per questa zona il riconoscimento di Sito di Importanza Comunitaria (Sic) e Zona di Protezione Speciale (Zps), ma finora Governo e Regione non hanno appoggiato la proposta.
La maggiore protezione secondo la direttiva europea Habitat non avrebbe consentito l’attuale iter amministrativo di estensione della zona aeroportuale a discapito del Parco del Ticino.
La Sea ha proposto tra le compensazioni ambientali di rinunciare a 300.000 metri quadrati dell’attuale sedime.
Il Ministero potrebbe bloccare l’espansione dell’aeroporto di Malpensa sulla brughiera del Parco del Ticino
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Autore articolo
Fabio Fimiani