Il leader di Hamas Ismail Haniyeh è stato ucciso a Teheran da un missile israeliano, che ha colpito la sua abitazione. Il regime degli ayatollah ha proclamato tre giorni di lutto nazionale e ha promesso una dura risposta. Hamas è infatti protetto dall’Iran, così come Hezbollah, la milizia libanese, anch’essa colpita da Israele nelle ultime ore.
Il leader supremo dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha affermato che poiché l’attacco ha avuto luogo a Teheran, “consideriamo la sua vendetta un nostro dovere”.
Ancora nessun commento da Israele sull’attacco che ha ucciso Ismail Haniyeh, mentre gli Stati Uniti – così come l’Unione europea – non hanno nascosto la propria preoccupazione per una escalation in grado di coinvolgere l’intera regione. Molti osservatori sottolineano che l’Iran non abbia intenzione di entrare apertamente in guerra con Israele. D’altra parte però, un’azione così eclatante eseguita nel cuore di Teheran, potrebbe innescare una spirale fuori controllo.
Cosa farà dunque ora l’Iran? Vi proponiamo due opinioni: quella dell’inviato del Corriere della Sera Lorenzo Cremonesi e quella del sociologo delle religioni Renzo Guolo.
Lorenzo Cremonesi:
Renzo Guolo: