C’è qualcosa di più concreto ed eterno di una pietra, una pietra d’inciampo nel caso? E c’è qualcosa di più immateriale e volatile di un social? Il tempo cupo e compresso della pandemia, in questo strano ma densissimo Giorno della Memoria 2021, li ha fatti incontrare.
Mentre in città, sui marciapiedi vengono posate in silenzio, senza pubblico né familiari, 31 nuove pietre, la memoria, la memoria collettiva, trasloca su Instagram: le storie dei deportati dal nazifascismo sono state digitalizzate e sono ora disponibili per la fruizione online. Qualcosa di simile è successo oggi un po’ per tutte le iniziative ormai tradizionali del Giorno della Memoria: incontri, dibattiti, presentazioni di libri, conferenze si sono trasferite online.
Il Memoriale della Shoah è chiuso al pubblico, ma da stamattina in decine hanno partecipato a una visita virtuale organizzata per l’occasione. Il sindaco Sala ha partecipato questa mattina alla deposizione di una corona davanti all’hotel Regina, quartier generale delle SS a Milano durante l’occupazione. Qui furono imprigionati, torturati e assassinati decine di ebrei, partigiani, antifascisti. La cerimonia si è svolta alla presenza dei soli rappresentanti istituzionali, come non era successo mai.
Diretta Facebook anche per la deposizione di una corona davanti all’unico monumento al Porrajmos, il genocidio rom e sinto, da parte dell’associazione Kethane. Il monumento è semplice, quasi artigianale, e sorge tra i campi della periferia sud di Milano, palazzoni della Barona a fare da quinta sullo sfondo nebbioso.
Come sempre, e come deve essere, altre iniziative si svolgeranno, di qui ai prossimi giorni, e oltre. Tutte online, come il Memi, tour virtuale dei luoghi della memoria di Milano, in programma per sabato. Anche il Treno della Memoria, che ogni anno l’ultima settimana di gennaio porta decine di studenti a visitare i campi di concentramento, per la prima volta da 16 anni a questa parte non è partito: propone un ciclo di incontri online. La memoria viaggia anche così.