Cinque anni fa il Giappone si è scoperto fragile. Lo tsunami più forte della storia del Paese s’infrange a largo di Tōhoku, regione settentrionale. Una scossa di magnitudo nove scatena un’onda di quaranta metri che si è inghiottita intere città.
“Ritorno in Giappone cinque anni dopo lo tsunami” è un reportage multimediale che ricostruisce quanto è accaduto dopo il disastro. Torna ad ascoltare le voci dei superstiti, a cercare tra le macerie, cosa è rimasto. Il disastro ambientale ha provocato quasi 15.900 morti e circa 2.500 scomparsi. 180 mila persone ancora attendono una nuova casa e vivono nei container.
Oggi l’imperatore Akiito, il premier Shinzo Abe e i familiari delle vittime hanno ricordato la tragedia al Teatro Nazionale di Tokyo. “Non potremo mai dimenticare quelle immagini televisive scioccanti in cui un’onda ha travolto il campo di Sendai, sembrava un muro nero”, ha dichiarato l’imperatore durante il suo discorso. “Il Giappone ha un natura bellissima, ma allo stesso tempo questa ha un lato pericoloso – ha aggiunto -. Spero che sapremo imparare da questa lezione dopo aver compiuto un grande sacrificio e che il popolo giapponese mantenga il suo coraggio dimostrato davanti alla catastrofe”.
La forza incontenibile della calamità naturale si è abbattuta anche contro al centrale nucleare di Fukushima, l’impianto della TEPCO, la Tokyo Electric Power Company, subisce un danno. La zona si riempie di radiazioni e il tasso di mortalità aumenta fino al 4,8 per cento.
A firmare il lavoro una squadra di freelance: Alessia Cerantola, giornalista dell’associazione di giornalismo investigativo Irpi (Investigative nreporting project Italy), il fotografo Emanuele Satolli e il visual storyteller Matteo Moretti.
[iframe id=”https://www.youtube.com/embed/aS-dgeYtJ2I”]
Qui il link per il reportage multimediale di Internazionale