Commovente e struggente One more time with feeling, il documentario di Andrew Dominik dedicato a Nick Cave. Girato in 3D e in bianco e nero, il film esplora il dolore del cantautore dopo la tragica morte di Arthur, il figlio quindicenne. Dolore che diventa elaborazione creativa per il suo ultimo disco.
Al cinema solo il 27 e il 28 settembre, in occasione dell’uscita ai primi di settembre dell’ultimo album Skeleton Tree e dopo il passaggio alla Mostra del Cinema di Venezia, il film esplora la creazione artistica e musicale di Nick Cave, accompagnato come sempre dalla sua band The Bad Seeds. Un racconto in prima persona, davanti a uno specchio più che a una telecamera, in cui Cave lascia fluire i suoi sentimenti e la sua sofferenza inconsolabile, trasformandola in canzoni al pianoforte. Un’occasione per rivedere il suo passato con la moglie Susie Bick.
A proposito della scelta di girare in 3D e in bianco e nero – continua Dominik: “Ho sempre voluto girare un film in 3D e un film in bianco e nero. Il 3D è un’esperienza coinvolgente, il bianco e nero invece è elegante e distanzia lo spettatore, e mi piaceva il contrasto. Grazie al 3D una parte della mente si spegne e ti fai influenzare di più dalle emozioni. È un linguaggio diverso: Hollywood converte in 3D film che hanno tagli di montaggio troppo rapidi, mentre con il 3D bisogna immergersi in una situazione a lungo”.
Dopo l’apparizione al pianoforte nel film di Wim Wenders I bei giorni di Aranjuez, e tante collaborazioni con il regista tedesco alle spalle, con il disco e il documentario si celebra il suo ritorno alla vita dopo il trauma subito di cui nel documentario parla con molta dignità e riflessione profonda. Fino a rivelarci che la voglia di vivere sua e della moglie rappresenta una sorta di vendetta contro l’ingiustizia subita.