La bocciatura con il 5 in condotta alle medie e alle superiori e le sanzioni più dure in caso di sospensione sono legge. Ieri il provvedimento simbolo del ministro Valditara è stato approvato alla Camera dei Deputati, anche se la stretta sui voti in condotta è iniziata già lo scorso anno con molte scuole che prima ancora di avere la legge hanno scelto il pugno di ferro, con sospensioni lunghe in seguito alle occupazioni scolastiche.
Il dissenso degli studenti viene quindi sanzionato attraverso il voto in condotta e il lavoro socialmente utile presso altre strutture per sospensioni sopra i due giorni. Un dissenso che, in maniera ancora più dura, viene represso con il disegno di legge sicurezza, prevedendo il reato di manifestazioni e proteste come quelle per il clima in alcuni casi a cui partecipano soprattutto studenti. Del resto i manganelli contro gli studenti si sono visti più volte già in questi due anni. La misura più forte in ordine scolastico è quella del 5 in condotta che porta direttamente alla bocciatura. Con il 6, invece, sarà necessario recuperare a settembre con un elaborato. Il voto in condotta sarà essenziale anche per i crediti in vista della maturità e alle superiori si potrà aspirare al 100 solo con il 9 in condotta. Un provvedimento che è stato nel corso di quest’anno molto contestato dagli studenti. Si tratta di una delle leggi simbolo della destra, come quella sui rave, che punisce soprattutto una fascia giovane della popolazione, studenti che anche attraverso le proteste nelle scuole spesso chiedono maggiore attenzione verso problemi che non vengono sufficientemente considerati, dai disagi sociali e psicologici fino all’edilizia scolastica, solo quest’anno ci sono stati 69 crolli di parti di soffitto o pareti delle aule, uno dei dati più alti degli ultimi anni.