Il diavolo esiste. Non ha le fattezze di molta iconografia, ma c’è ed è diverso da ciò che gli attribuiscono i predicatori per spaventar la gente: è l’intelligenza del Male, nell’individuo e nel sociale. Il diavolo s’insinua, pianta zizzania, divide, taglia i ponti. Può provocare lutti, dolori, morti. Ma il suo obiettivo è subdolo, psicologico: semina insicurezza, precarietà, sospetti, diffidenze, paure, inocula i virus di inaffidabilità, instabilità, persecutorietà. La violenza la vedi in prevaricazioni, innesco di simmetrie, agiti devastanti, processi disgregativi: Putin invade l’Ucraina, Kiev resiste, la NATO si schiera: distruzioni, eccidi, scontri d’armi e interessi. Anche di Hamas vedi gli orrori dello stragismo terrorista, come sei costretto a guardare gli eccessi di legittima difesa dell’esercito israeliano che a Gaza fa 40 mila morti. Urtan lo stomaco le differenze, ma è un salto quando leggi di cercapersone e walkie-talkie che esplodono: uccidono, feriscono, accecano uomini, donne, bambini; soprattutto inoculano insicurezza, paura del simile, vicino Nasce a tavolino l’operazione (dicon dal 2022, prima del 7 ottobre: da riscrivere la storia), son nel buio base operativa e chi preme il pulsante: vedi solo figure umane saltar per aria in mercati e tra la folla: chi aveva l’apparecchietto perché miliziano e chi al suo fianco faceva la spesa. Nel libro degli orrori il diavolo segna un’altra tacca: sotto le spoglie d’intelligenza e cinismo di servizi segreti e governi ha stupito e inorridito il mondo. A credere ai proverbi «il diavolo fa le pentole, non i coperchi». Walkie-talkie e cercapersone sono obsoleti. Ma nel mondo ci sono 7,3 miliardi di telefoni mobili di cui 6,8 di smartphone. Assorbita l’indignazione per il Mossad si potrebbe pensare che nella rete, alle grandi opportunità di comunicazioni e conoscenze, si combinan odio, fake news, sfruttamento di minori e donne, controllo di pensieri e abitudini, messaggi occulti, indifferenza, mutamenti antropologici, isolamenti. Un sussulto di coscienza contrasterebbe il diavolo e chi crede di saperne una più di lui condizionando la rete ogni dì senza il botto d’un pulsante, anzi coi nostri clic che invece dovremmo saper dosare.
Il diavolo
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Autore articolo
Marco Garzonio