Un campione del populismo, del peronismo all’italiana in salsa grillina. Uno che ha fatto carriera politica arrivando al Parlamento Europeo grazie a tutto l’armamentario retorico anti-casta e anti-sistema del grillismo più radicale. E con nel mirino un partito in particolare: il PD. Stiamo parlando del nuovo acquisto del… Pd, Dino Giarrusso.
Famoso per essere stato una delle “Iene” del programma Mediaset, poi pasdaràn grillino e infine alleato per una brevissima stagione nientemeno che del populista siciliano nonché sindaco di Messina Cateno De Luca col quale ha fondato un movimento meridionalista, Sud Chiama Nord, prima di litigarci contendendogli il marchio, Giarrusso ce lo si aspetterebbe ovunque tranne che nel PD.
E invece ieri è spuntato sul palco della due giorni milanese a favore della candidatura di Stefano Bonaccini. Non solo entra nel PD, ma sostiene il candidato che si accredita come più dialogante coi moderati del partito. Va bene cercare consensi ma forse così è troppo e infatti non sono mancati gli imbarazzi anche dei sostenitori di Bonaccini, come Gori o Fassino.
Ovviamente Renzi e Calenda ci si sono buttati a capofitto per attaccare il Pd, ma ha criticato pure la sinistra del partito con Provenzano insieme ad altri. E ovviamente il Giarrusso ora amico di Bonaccini è un’occasione ghiotta per la competitor alle primarie, Elly Schlein: “Almeno Giarrusso chieda scusa alla nostra gente” ha reagito Chiara Gribaudo, una della animatrici della mozione Schlein.
Alla fine anche Bonaccini, dopo avere incassato l’imbarazzante endorsement, è dovuto intervenire, perché l’ondata stava montando troppo: “Siamo aperti a tutti, ma Giarrusso chieda scusa”.
Insomma, lo strano caso di un partito che prima fa iscrivere un ex avversario e poi gli chiede di scusarsi.