Giulio Regeni era seguito dai servizi segreti egiziani. Lo scrive il giornale del Cairo Al Akbar, citando fonti riservate. “Il dossier `Regeni´ – si legge nell’articolo – include numerosi documenti e importanti informazioni documentate da fotografie ottenute dagli apparati di sicurezza egiziani” e “informazioni complete su Giulio da quando è arrivato al Cairo fino al momento della sua scomparsa e del ritrovamento del suo cadavere, sui suoi numerosi rapporti e sui suoi incontri con gli operai e i responsabili di alcuni sindacati, sui quali stava compiendo ricerche”. Sarà vero? Il dubbio resta, visto che l’inchiesta, ufficialmente, insiste ancora sulla pista della criminalità comune.
Il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury commenta così le ultime rivelazioni giornalistiche: “Nonostante l’ammissione dei media egiziani che Giulio era seguito dai servizi segreti si continua a insistere sulla pista dei criminali comuni. Le due cose non stanno insieme“. La notizia, per altro, non viene da fonti governative e testimonia il caos che regna in Egitto su questo caso.
Le anticipazioni del quotidiano egiziano aumentano le aspettative per il 5 aprile, data in cui gli investigatori del Cairo porteranno il loro dossier a Roma. “In realtà – precisa Noury – non è un incontro tra procure ma, ammesso che ci sarà, tra funzionari di polizia. Spero di sbagliarmi ma penso che sia stata caricata di troppe aspettative. Bisogna vedere quanto materiale gli egiziani porteranno, se sarà tutto e davvero comincerà una collaborazione con gli italiani. Oppure sarà solo una finta data spartiacque“.
Staremo a vedere. A complicare il quadro c’è anche la competizione interna tra forze del comparto sicurezza egiziano. Infatti, secondo la ricostruzione i alcuni media, in Egitto non ci sarebbe solo un’indagine in corso. In particolare, l’Apparato di informazioni generali (Gihāz al-Mukhābarāt al-ʿĀmma, il servizio di intelligence anti-oppositori) sarebbe in competizione con la Direzione dei servizi militari d’indagine (‘Idārat al-Mukhābarāt al-Harbiyya wa al-Istiṭlā), corpo dell’intelligence militare tra il 2010 e il 2012 sotto la guida diretta di Al Sisi.
Ascolta l’intervista completa a Noury a cura di Piero Bosio