“Si tratta di un’enorme vergogna per la società europea e per un Paese che vuole farne parte. Mi aspetto che gli altri leader europei e l’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite dicano qualcosa”. Sono le parole con cui il premier greco Alexis Tsipras ha descritto la carica della polizia macedone ai migranti di Idomeni, la città-campo profughi al confine greco-macedone.
https://twitter.com/zoontangmarg/status/719531714587070464
Gli scontri, in cui sono stati sparati lacrimogeni e proiettili di gomma, hanno lasciato centinaia di persone ferite, tra cui molti bambini. Nonostante lo sgombero del campo prosegua lentamente (ogni giorno arrivano autobus per portare in campi autorizzati i profughi che accettano questa soluzione), sono ancora più di 11 mila le persone ammassate alla frontiera a Idomeni. “Quelle persone non erano una minaccia – ha detto Tsipras- non erano nemmeno armati”. I migranti hanno raccolto i proiettili utilizzati negli scontri.
Concentrades de nou a les vies, recullen els projectils que ahir van ferir el seu poble, #Idomeni pic.twitter.com/iFTAUkvQul
— Sara Montesinos (@SaraMMP) April 11, 2016
La situazione resta calda. L’11 aprile ci sono state diverse manifestazioni per chiedere, invano, che quel cancello si ripara. Anche al Pireo, il porto di Atene, i profughi hanno protestato. Nel campo irregolare al porto si contano circa 4.500 persone e un centinaio di loro ha manifestato per impedire lo spostamento in campi autorizzati. Insieme a loro, anche i sindacati, il partito di sinistra Atarsya e la ong Open the borders.
LIVE: Around 200 #people are heading towards the border but for now it's all quite calm. pic.twitter.com/iSIzXxMZzt
— MSF Sea (@MSF_Sea) April 11, 2016
L’inviato di Controradio Claudio Gherardini ha raccolto immagini della situazione nel campo.
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