Quell’estate indimenticabile, che ha segnato le nostre vite e alla quale si farà sempre riferimento come passaggio importante, tra l’adolescenza e l’età adulta. E’ questo il significato del titolo L’estate addosso, il nuovo film di Gabriele Muccino, visto nella sezione “In Giardino” di Venezia 73 e ora nelle sale di tutta Italia. Un progetto nato insieme a Jovanotti Lorenzo Cherubini, che ne ha composto una canzone di successo la scorsa estate, un videoclip girato dallo stesso Muccino e ha curato la colonna sonora del film.
Avere vent’anni e partire. Come fanno Marco e Maria a fine maturità e come fanno anche Ferro e Cate protagonisti di Piuma di Roan Johnson e le ragazze di Questi giorni di Giuseppe Piccioni. Tutti in concorso all’ultima Mostra del Cinema. Analogie su cui è doveroso trarre delle conclusioni, ma le lascio a chi legge.
Con Muccino, dicevamo, ci sono Marco (Brando Pacitto) e Maria (Matilda Lutz), compagni di scuola in conflitto che si ritrovano nello stesso viaggio a San Francisco, ospiti nella stessa casa di una coppia gay. Lei a scuola è soprannominata “la suora” e lui non sopporta le sue posizioni bigotte, motivo del loro disaccordo. Ma per poco, perché i quattro ragazzi creeranno tra loro un’amicizia e un legame fortissimo e torneranno a Roma molto cambiati.
La sceneggiatura del film tiene conto della memoria giovanile di Gabriele Muccino, in parte già raccontata nel 1998 in Ecco fatto e l’anno successivo in Come te nessuno mai, mescolando storie personali come il tresferimento negli Stati Uniti e il confronto con il figlio diciassettenne, come ha raccontato nell’intervista a Radio Popolare.