
Ancora una volta la Regione Lombardia ha deciso di andare contro una scelta del Ministero della Salute, salvo poi dover tornare sui suoi passi. Ma nel frattempo il pasticcio era cosa fatta.
La ricostruzione: nella notte la circolare del Ministero che autorizzava il richiamo con un vaccino diverso agli under 60 che avevano ricevuto la prima dose con AstraZeneca. Stamattina l’incertezza – comune a tutte le regioni– negli hub vaccinali.
Ma la Regione Lombardia decide di fare un passo in più, e intorno alle 14 sul sito ufficiale compare la nota in cui si annuncia la sospensione unilaterale dei richiami eterologhi. La Regione chiede un parere dell’Agenzia del Farmaco, unico ente delegato a cambiare le modalità di somministrazione di un farmaco. Che sarebbe anche corretto. Solo che il parere dell’AIFA era già citato nel verbale della riunione del Comitato Tecnico Scientifico allegata alla circolare del ministero. Una gaffe che dura un’ora, quando fonti dell’assessorato della sanità fanno sapere che il richiamo eterologo sarà consentito.
La nuova nota ufficiale però arriverà solo due ore dopo, alle 17. In mezzo, una telefonata arrivata direttamente dal Ministro Speranza all’assessora Moratti. Nel frattempo nei centri vaccinali la sospensione era un dato di fatto, come confermano le testimonianze raccolte da Radio Popolare. Non solo il mattino, ma anche nel pomeriggio chi si è presentato per il vaccino è stato mandanto indietro “ci hanno detto che il richiamo non si poteva fare” raccontano due insegnanti di Como e Pavia “mentre sui monitor delle news scorreva la notizia che la regione aveva sospeso i richiami. Non sapevamo cosa fare”.
Il problema non finisce qui, e riguarda cosa succederà domani e nei prossimi giorni. Perché di fatto è la stessa nota della Regione a confermare che i richiami eterologhi restano sospesi fino alla riorganizzazione. Solo che, a chi ha già l’appuntamento, nessuno sta comunicando nulla, come conferma un’altra testimonianza ai nostri microfoni “Ho appuntamento domenica alle 11 e finora nessuno me lo ha disdetto. Andrò, ma non so come andrà a finire”.
“Ci stiamo lavorando” fanno sapere fonti della regione. Che per un giorno ha lasciato migliaia di cittadini nell’incertezza di cosa fare, e nella preoccupazione di non ricevere in tempi adeguati la seconda dose di vaccino. “A me un’infermiera ha detto che mi richiameranno tra qualche settimana. Capito? Qualche settimana. Ma io il richiamo dovevo farlo oggi! E se non sarà efficace?” è il timore che arriva da un’altra testimonianza.
La riprogrammazione sarà fatta tenendo conto dei vaccini a disposizione. Si limita a scrivere la Regione.