“L’ho fatto per il mio paese”, la nuova commedia firmata da Andrea Zalone (quello di Crozza) e Francesco Freyrie (anche regista) insieme ad Antonio Cornacchione (interprete insieme a Lucia Vasini) centra un obbiettivo difficile: far ridere a teatro senza strizzare l’occhio al cabaret.
Insomma, quando si parte da un buon testo, la comicità teatrale brillante ricompare sulle scene italiane, dalle quali è quasi scomparsa per lasciare spesso spazio a scritture di derivazione televisiva.
Nella fattispecie, in un classico contesto “da camera”, due avversari postmoderni si affrontano a parole e non solo: lui, un idealista della working class, disoccupato per effetto di una legge che penalizza i lavoratori, decide “per il suo paese” di rapire la ministra che ha promosso il decreto incriminato; lei, alto-borghese e arrogante, prestata alla politica “per il bene del paese” ma tutt’altro che felice dei propri privilegi.
Il confronto, senza esclusione di colpi, prosegue per alcuni giorni, con l’inevitabile svelamento delle contraddizioni che contraddistinguono le rispettive posizioni politiche e situazioni personali, ma anche con lo sviluppo di una bislacca e nervosa confidenza, una sorta di terapia psicanalitica d’urto.
Ognuno, pur se acuto e sensibile nell’analizzare pregi e difetti dell’altro, è contemporaneamente miope nel valutare l’origine delle proprie sconfitte.
Cornacchione e Vasini, abili nel non cadere in eccessi caricaturali, sembrano intendersela ottimamente in scena e ci lasciano il dubbio che i loro personaggi, alla fine dell’avventura vissuta insieme, restino almeno amici.
Antonio Cornacchione e Lucia Vasini sono stati ospiti a Cult.
Ascolta l’intervista su “L’ho fatto per il mio paese”