Non so se questa mattina, 21 aprile, avete sfogliato i due maggiori quotidiani italiani, Corriere e Repubblica.
Il Corriere della Sera aveva un’ampia intervista (una pagina intera) al suo proprietario, Urbano Cairo, contrario alla Super League. Cairo, lo sapete, è anche il proprietario del Torino calcio.
Repubblica invece aveva un’intervistona favorevole alla Super League e qui l’intervistato era il presidente della Juventus Andrea Agnelli, uno dei promotori del progetto. Gli Agnelli, lo sapete, sono i proprietari di Repubblica.
Intendiamoci, ognuno a casa sua fa quel che vuole. Ma vent’anni fa era solo il Giornale berlusconiano a intervistare il suo proprietario per favorire i suoi interessi economici o politici.
Adesso Repubblica e Corriere si sono adeguati: trasformandosi in megafoni dei loro proprietari, con tanto di foto e richiamo in prima pagina.
Nulla che abbia a vedere con l’informazione, insomma, né tanto meno con l’indipendenza. Forse nemmeno col pudore. I propri media privati come puro e sfacciato strumento per favorire gli interessi del proprio gruppo industriale.
Tutto qui, niente altro da aggiungere.
Anzi no, una piccola aggiunta c’è, come Radio Popolare: cioè il nostro ringraziamento agli abbonati e ai sostenitori che ci permettono ogni giorno di non essere così, di non essere come loro. Di non avere padroni. Di non dover fare gli interessi di nessun potere economico. Una cosa, ormai, tanto preziosa quanto rara.