Il giorno dopo l’incontro a Palazzo Chigi, seguito dalle prime dichiarazioni pubbliche, la famiglia di Cecilia Sala ha chiesto il silenzio stampa. Un silenzio e una riservatezza che i genitori della giornalista arrestata a Teheran ritengono necessari perché la situazione, dicono, “è complicata e preoccupante”. Probabilmente si è passati ad una fase nuova delle trattative per il rilascio: “La fase in cui siamo arrivati – scrivono in una nota i genitori – è molto delicata e la sensazione è che il dibattito su ciò che si dovrebbe fare renda ancora più complicata la soluzione”.
La famiglia quindi chiede di non divulgare notizie sensibili. Tra queste, quindi, anche probabilmente i passi che il ministro Nordio insieme a Giorgia Meloni potrebbe decidere di fare in merito all’arresto di Mohammed Abedini. Ciò che è avvenuto nelle ultime ore, oltre all’appello della famiglia, è l’incontro avvenuto a Teheran tra l’ambasciatrice italiana e un rappresentante del ministero degli Esteri iraniano, il quale ancora una volta ha chiesto che l’Italia rilasci l’ingegnere iraniano. La richiesta precisa è che l’Italia respinga la politica statunitense di presa di ostaggi iraniani e che non danneggi i rapporti e le relazioni tra Teheran e Roma.
La preoccupazione, espressa anche dai genitori della giornalista, sta in questa doppia condizione: i contatti e le trattative necessarie con Teheran innanzitutto per condizioni più dignitose di detenzione della donna, oltre che per il rilascio, e poi il dialogo e i rapporti con gli Stati Uniti. Prima del silenzio stampa si era avuta notizia di una interlocuzione tra governo italiano e Stati Uniti sull’arresto e la richiesta di estradizione dell’ingegnere iraniano il quale oggi, attraverso il suo avvocato, ha fatto sapere di voler pregare per sé stesso e per Cecilia Sala, unendo più di quanto abbia fatto ieri l’ambasciatore di Teheran a Roma il destino di entrambi.