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I bombardamenti israeliani su Beirut

Bombardamenti Beirut

Un pesantissimo attacco aereo israeliano ha preso di mira questo pomeriggio la capitale libanese Beirut. Un intero isolato è stato raso al suolo: è quello che ospitava il quartier generale di hezbollah nella capitale libanese. L’obiettivo, dichiarato dall’esercito israeliano era il capo politico del partito sciita: Hassan Nasrallah. L’attacco è stato portato a termine pochi minuti dopo la conclusione del discorso che oggi il premier israeliano Benjiamin Netanyahu ha tenuto all’Assemblea generale delle Nazioni unite, che ha accusato di essere niente più che una “palude antisemita”, questa la definizione usata.
Fonti non ufficiali libanesi riferiscono in questi minuti che Nasrallah sarebbe rimasto illeso. Resta il salto di qualità di un attacco diretto non ai capi militari, ma al capo politico del partito di Dio. Che ha provocato un grande numero vittime civili. Lorenzo Cremonesi, inviato del corriere della sera.


La notizia dell’attacco è arrivata a New York durante il punto stampa che Netanyahu stava facendo al termine del suo intervento all’assemblea generale. Intervento in cui il premier israeliano ha minacciato l’Iran, ha promesso che eliminerà Hamas e demilitarizzerà Gaza, ha detto che la vittoria di telaviv sarà totale. Non è chiaro al momento quali conseguenze avrà quanto accaduto questo pomeriggio sull’andamento della guerra. Gli ultimi giorni sono stati particolarmente sanguinosi dal punto di vista delle vittime civili, sia nella Striscia di Gaza, dove l’Unicef denuncia che sono state colpite 4 scuole in 5 giorni, sia nel sud del Libano, dove ormai gli sfollati si contano a decine di migliaia e i morti sono oltre 600.

  • Autore articolo
    Diana Santini
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    L’Orizzonte delle Venti - 11-02-2025

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    La tregua a Gaza è sempre più in bilico

    È sempre più in bilico la tregua a Gaza. Il premier israeliano Netanyahu ha detto che la decisione presa all'unanimità dal governo è che "se Hamas non restituisce gli ostaggi entro sabato a mezzogiorno", senza specificare il numero, "il cessate il fuoco verrà interrotto e l’esercito tornerà a combattere. Netanyahu ha anche detto che "alla luce dell'annuncio di Hamas della sua decisione di sospendere il rilascio degli ostaggi, ha ordinato alle Idf di radunare le forze dentro e intorno alla Striscia di Gaza". Le dichiarazioni di Netanyahu seguono quelle di Trump, che ha minacciato “l’inferno” se Hamas non libererà TUTTI gli ostaggi sabato, anche se secondo gli accordi era previsto il rilascio solo di 3 ostaggi. Il rischio della ripresa della guerra si unisce anche al piano di Donald Trump di svuotare la striscia di Gaza. Oggi ha ricevuto a Washington il Re di Giordania, che – insieme all’Egitto – è uno dei paesi individuati da Trump per accogliere i palestinesi espulsi da Gaza. Sia Amman che Il Cairo hanno rigettato la proposta, e Trump ha minacciato di tagliare i fondi a questi due paesi, in violazione anche degli accordi di Camp David del 1979. Sentiamo Eric Salerno, giornalista e scrittore esperto di Medio Oriente:

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    Esteri di martedì 11/02/2025

    1) A rischio la tregua a Gaza. Netanyahu segue Trump: se Hamas non libera gli ostaggi sabato riprende la guerra. Intanto il re di Giordania visita il presidente Usa per discutere del piano americano per il futuro della striscia. (Eric Salerno) 2) Stati Uniti, i dazi su alluminio e acciaio rischiano di rivoltarsi contro l’amministrazione. L’aumento dell’inflazione metterebbe a rischio l’intera strategia politica di Trump. (Roberto Festa) 3) Il no britannico ad un’intelligenza artificiale “inclusiva e sostenibile”. Solo Londra e Washington non firmano la dichiarazione del vertice di Parigi. (Daniele Fisichella) 4) La Spagna controcorrente. Mentre tutti fanno la guerra ai migranti, Sanchez concede il permesso di soggiorno a 25mila persone colpite dalle alluvioni di Valencia. (Giulio Maria Piantadosi) 5) “Abbiamo atteso già troppo per la nostra libertà”. 35 anni fa Nelson Mandela uscì dal carcere dopo oltre 27 anni. 6) Rubrica Sportiva. Il ritorno in campo di Khadija Shaw. La calciatrice del Manchester City reagisce agli insulti razzisti. (Luca Parena)

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