La Francia non rinuncia ad accogliere. Lo ha ribadito il presidente francese Francois Hollande di fronte all’Assemblea dei sindaci, a cui hanno partecipato oltre 2 mila primi cittadini del Paese. Nei prossimi due anni saranno oltre 30 mila le richieste di asilo politico che verranno gestite in Francia e sul territorio saranno aperti nuovi centri di accoglienza. In tutto saranno 50 milioni gli euro che il Paese investirà per l’accoglienza.
L’Eliseo annuncia di voler “tenere fede alla politica europea sull’accoglienza dei rifugiati” e che la chiusura delle frontiere attuale “è nel rispetto dei valori comuni”. Schengen, quindi, non è in pericolo. “Qualcuno vede un legame tra i terroristi che ci hanno colpito e gli immigrati che arrivano in Francia ha detto Hollande -. Certo, questo legame esiste, perché quelle persone fuggono da coloro che dallo Stato islamico di Siria e Iraq oggi ci hanno martirizzato”. Il Presidente ha ricordato che i migranti in Francia “sono solo di passaggio, poiché aspirano ad andare in Gran Bretagna,m in Germania o nell’Europa del Nord”.
“Non cediamo alla tentazione di chiuderci in noi stessi – ha ammonito il leader dell’Eliseo -, non cediamo alla paura, agli eccessi. La vasta coesione sociale è la risposta migliore. Saremo implacabili contro qualsiasi manifestazione di odio”. Il presidente ha poi aggiunto che “i terroristi rubano vite innocenti e vogliono sospendere le nostre vite”. La Francia reagirà rimanendo se stessa, “un Paese di libertà, movimento, cultura, Paese attivo e dinamico che non cede mai alla paura, la vita deve riprendere”.
Durante il suo discorso, Hollande ha poi annunciato che l’Esecutivo è intenzionato a proseguire lo stato di emergenza nel Paese per altri tre mesi: “Questo implicherà alcune restrizioni alle libertà personali, ma questo è il prezzo da pagare per contrastare il terrorismo. Abbiamo bisogno di pazienza e di fermezza per combattere questa guerra che va avanti da anni”, ha detto Hollande. L’ufficialità, nel caso, arriverà domani con la votazione del Parlamento.
Non si fermano nemmeno le operazioni militari: oltre ai bombardamenti su Raqqa, il presidente Hollande ha anche disposto che la portaerei Charles de Gaulle sia nelle condizioni di poter intervenire. La coalizione contro lo Stato Islamico, però, deve allargarsi: serve “un azione comune per annientare il cosiddetto Stato islamico”. “La settimana prossima – ha aggiunto – sarò a Washington e poi a Mosca per coordinare le nostre azioni e lavorare in maniera decisa e tempi utili”.