La paternità dell’emendamento sul giacimento petrolifero di Tempa Rossa (Potenza), costato il posto al Ministro per lo Sviluppo Economico Federica Guidi, ha una paternità: “C’è il presidente del Consiglio che è coinvolto se questo è il tema: ho scelto io di fare questo emendamento, lo rivendico per forza. Le opere pubbliche sono state bloccate per anni e l’idea di sbloccare le opere pubbliche l’abbiamo presa noi per “Tempa Rossa”, per Pompei, per Bagnoli e per altre opere”. Lo dichiara lo stesso presidente del Consiglio ospite ad In mezz’ora, di Lucia Annunziata.
“Ci rimproverano di essere il governo delle lobby, a me viene da ridere”, continua Renzi. Il presidente del Consiglio ha detto di essere pronto a rispondere ai magistrati. Secondo Renzi, “dopo 27 anni non è stato tirato fuori un goccio di petrolio perché le autorizzazioni sono state rinviate come spesso succede in Italia”: l’emendamento, quindi, era necessario. Siccome non era passato con lo Sblocca Italia, è stato inserito nella Legge di Stabilità.
Parole che fanno eco alla risposta che la ministra per le Relazioni con il Parlamento Maria Elena Boschi ha dato a La Stampa questa mattina: “Io quel provvedimento lo difendo, risponde a una necessità, crea lavoro. Naturalmente posso sbagliare, non dico di essere perfetta. Ma anche nei miei errori c’è sempre la buonafede, mai la lusinga di qualcuno o gli interessi personali”, ha detto. Alla risposta sui giornali è seguita anche una risposta per via legali in particolare a Beppe Grillo, che aveva parlato di “collusioni” tra il governo e la lobby del petrolio.
“Vorrei chiarire – continua Renzi ospite su Rai3 – che l’indagine non riguarda il dovere di sbloccare le opere pubbliche: a noi i cittadini ci pagano per questo. Altro è se qualcuno ha pagato tangenti e in quel caso voglio che si scopra e chiedo ai magistrati di fare il massimo degli sforzi. Chi sbaglia paga”. L’errore di Guidi è chiaro: aver permesso che il suo ruolo nell’esecutivo fosse strumentalizzato dal compagno Gianluca Gemelli, che in Basilicata avrebbe voluto ottenere un subappalto attraverso la sua Ponterosso Engeneering, rapidamente inserita nellla bidder list (lista dei beneficiari di subappalti) dalla Total. Il colosso petrolifero ha ottenuto il diritto di estrazione sul 50 per ceento del giacimento, mentre l’altra metà è suddivisa tra Shell e Mistui. Per questo il Gip di Potenza, procura titolare dell’inchiesta, Michela Tiziana Petrocelli, scrive che l’emendamento “sarebbe stato di estremo interesse per la Total proprio in relazione al progetto Tempa Rossa”.
Nessun collegamento con il referendum sulle trivelle per Matteo Renzi. Sul voto la sua posizione resta sempre la stessa: non votare. E parla di 11 mila posti di lavoro che con la vittoria del sì potrebbero essere in pericolo.