“Mi sento decisamente meglio”.
Lo ha detto, in un’intervista telefonica a Anderson Cooper di CNN, Hillary Clinton.
Dalla sua casa di Chappaqua, New York, Clinton spiega di non aver creduto che la polmonite, diagnosticata venerdì scorso, “avrebbe rappresentato un problema così grave”.
“Ancora un paio di giorni e tornerò alla campagna elettorale”, ha spiegato la candidata democratica. Mentre lei si riprende, sarà il marito Bill a sostituirla nei principali eventi programmati (per esempio a Las Vegas, mercoledì).
Nel team di Hillary Clinton si fa strada intanto la convinzione di aver gestito in modo maldestro la notizia della malattia. Per ore, anche di fronte alle immagini del video in cui la si vede oscillare e poi svenire, i collaboratori di Clinton hanno affermato che si trattava di un semplice malore causato dal caldo. Non è comunque certo che tutti I membri del team Clinton sapessero della polmonite: molti di questi, come spiega il New York Times, “potrebbero essere stati tenuti all’oscuro”.
Nei prossimi giorni, fa sapere un portavoce, verranno rese pubbliche ulteriori informazioni sullo stato di salute di Hillary Clinton.
Abbiamo chiesto a Maurizio Viroli, storico e politologo, un’opinione sulla vicenda. Intervistato da Massimo Bacchetta, Viroli spiega che “la malattia può essere un duro colpo alle ambizioni elettorali di Hillary Clinton. Il corpo di un leader, in quanto rappresentativo della nazione, non può infatti mai essere debole o malato. Clinton deve poi affrontare un esame ulteriore. E’ donna e alle donne si richiede una maggiore dimostrazione di forza”.