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Guerra tra Israele e Gaza: “A nessuno interessa della gente, dei civili”

Israele Gaza ANSA

Tra Israele e Gaza è scoppiata la guerra. Tra i 2mila e i 5mila missili sono stati lanciati ieri mattina molto presto. Una vastissima offensiva, non solo con razzi, ma anche con un’operazione via terra oltre i confini della striscia. E questa è la cosa veramente senza precedenti, diversi miliziani di Hamas – infatti – sono entrati nel territorio israeliano e hanno occupato alcuni villaggi. Martina Stefanoni ha raccolto ieri la testimonianza di una donna di Gaza:

“Alle 6.30 questa mattina eravamo a casa, ci stavamo preparando per portare i miei nipoti a scuola, stavamo facendo colazione e all’improvviso abbiamo sentito le bombe. I bambini hanno iniziato a piangere, la gente stava dormendo tutti hanno gridato, non sapevamo cosa stava succedendo. Per la strada c’era la polvere, le bombe era tutto molto confuso, la gente ha iniziato a correre.

Come succede sempre in queste situazioni, dopo anni e anni di violenza e conflitti in questa zona, la prima cosa che abbiamo pensato è stata che dovevamo lasciare le nostre case perché sappiamo cosa succede poi. La situazione era veramente brutta, da nessuna parte eravamo al sicuro. Non potevamo nemmeno camminare per le bombe che continuavano a cadere. Abbiamo cercato di chiamare il taxi per andare via, ma nessuno ci rispondeva.

Poi intorno alle 11.30 siamo riusciti a trovare un taxi e scappare, ma c’erano tantissime persone che cercavano di andarsene, quasi tutte le donne con i bambini, non solo dal nostro quartiere, da tutta la striscia.

La cosa veramente triste è che a nessuno interessa della gente, dei civili. Prima che riuscissimo a scappare abbiamo visto che hanno bombardato un ospedale, il più grande ospedale nel nord della striscia. C’era un lavoratore – non so se fosse un medico – è stato ucciso… e c’erano tantissimi feriti. Non sappiamo che succederà, nessun posto è sicuro…”

  • Autore articolo
    Martina Stefanoni
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    Finanza, banche, industria, governo e...cannoni. Il risiko bancario di questi giorni mostra l’attivismo straordinario dei grandi poli del credito e delle assicurazioni in Italia. Mediobanca, Generali, MPS e poi Unicredit e Intesa. Caltagirone e gli eredi di Del Vecchio. Il governo Meloni. Il campo da gioco è il triangolo Milano, Trieste e Roma. Chi comanderà sui miliardi dei “triestini” di Generali? Saranno ancora i “milanesi” di Mediobanca? Oppure saranni i “romani” Caltagirone e Delfin, con l’aiuto del governo Meloni? In questo caso Caltagirone e Delfin potrebbero finire per spartirsi un pezzo delle spoglie di una nuova Mediobanca, senza più le Generali in cassaforte. Manca solo Unicredit e, soprattutto, Intesa per capire se i cambiamenti saranno ancora più profondi. A fronte dell’attivismo bancario c’è poi un mondo industriale bloccato nella sua crisi. La produzione delle industrie italiane sembra non riprendersi più, cala da 25 mesi consecutivi. La politica industriale del governo è non-pervenuta. Unica speranza, le commesse militari, la spesa pubblica per la difesa che sosterrà un pezzo della ripresa dell’industria italiana. Ospiti a Pubblica Gianni Dragoni, giornalista del Fatto Quotidiano, esperto di economia e finanza; e Francesco Garibaldo, ricercatore, collabora con la Fiom Cgil su questioni di politica industriale.

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