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Il New York Post, un quotidiano di destra, non tra i più noti negli Stati Uniti, ha scritto questa mattina di aver parlato con Trump venerdì scorso durante un viaggio sull’Air Force One, l’aereo presidenziale.
Durante l’intervista Trump ha detto di aver parlato con il presidente russo, con il quale – sue parole – ha sempre avuto un ottimo rapporto.
Il presidente americano ha aggiunto che il Cremlino è molto preoccupato per tutti i morti sul campo di battaglia e che come Zelensky ha intenzione di trattare, che è pronto al negoziato.
Il portavoce di Putin, Peskov, non ha né confermato né smentito.
Trump non ha elaborato più di tanto. E non ha nemmeno spiegato se abbia parlato con Putin più di una volta. In ogni caso l’ultimo presidente americano ad aver parlato con Putin era stato Biden prima dell’invasione dell’Ucraina. È chiaro quindi il cambio di rotta.
Ricordiamo tutti la promessa di Trump sulla fine della guerra in Ucraina nel giro di 24 ore una volta entrato alla Casa Bianca. Così non è stato. E questo ci ricorda, anche su questo dossier, quanto sia importante il fattore imprevedibilità.
L’inviato di Trump per l’Ucraina, Kellogg, ha dato come orizzonte temporale, per un accordo, il mese di aprile, praticamente domani. A Kyiv sono piuttosto scettici ma ormai sembra che abbiano capito, o accettato, che con l’amministrazione Trump al potere sia arrivato il momento di accettare un qualche tipo di compromesso.
La prossima settimana ci sarà la famosa Conferenza sulla Sicurezza di Monaco di Baviera. In quell’occasione Kellogg o il vice di Trump, Vance, potrebbero incontrare Zelensky.
Il punto qui è su cosa le parti siano disposte a trattare e con quali probabilità di successo. Putin dice da tempo che Kyiv debba rinunciare a ogni aspirazione di un ingresso nella NATO e che debba ritirare il suo esercito dalle 4 regioni parzialmente occupate da Mosca nel sud-est. Sulla carta Zelensky vorrebbe riprendere tutto il territorio ucraino. Posizioni molto lontane e dalle quali le parti dovranno allontanarsi.
La sensazione è che nonostante la presenza e l’irruenza di Trump, anche con le sue telefonate a Putin, un eventuale accordo non sarà un accordo di pace. Ma un’armistizio con il congelamento del quadro ucraino per molto tempo.