La pressione del mondo cattolico sul Governo, a cominciare dal Papa, Jorge Bergoglio, passando per la Comunità di Sant’Egidio fino alla Conferenza Episcopale il cui presidente Bassetti ha invitato al rispetto delle leggi da parte di tutti, ossia alla mediazione, ha dato qualche frutto in relazione alla linea di ferro nel Mediterraneo incarnata dal ministro dell’Interno, Marco Minniti.
Il Viminale ha aggiunto delle precisazioni al Codice di Condotta delle Ong.
La Guardia Costiera continuerà a gestire i trasbordi dei migranti salvati in mare dalle navi delle Ong alle proprie imbarcazioni, come è sempre stato fatto. Non è un dettaglio secondario: la scorsa settimana una operazione della Guardia Costiera, mandata a prendere i migranti a bordo della nave di Medici Senza Frontiere, era stata la scintilla dello scontro tra Minniti e il ministro dei trasporti, il cattolico Del Rio, che comanda la Guardia Costiera. Alla nave di Msf veniva impedito di attraccare a Lampedusa. Era la linea dura di Minniti a prevalere. Dopo quell’episodio, Del Rio aveva espresso pubblicamente il proprio dissenso. Ora, la marcia indietro del ministro dell’Interno.
Anche sulla Polizia a bordo c’è qualche precisazione. La Polizia salira sulle imbarcazioni su mandato dei magistrati. Non automaticamente, quindi. E non interferirà con la missione umanitaria.
Sono passaggi che hanno convinto la Ong Sos Mediterranée a firmare il Codice di Condotta.
Per quanto riguarda la Polizia, Sos Mediterranée ha precisato che “non si impegna a ricevere uomini armati a bordo della sua nave, fatto salvo in caso di mandato rilasciato nell’ambito del diritto nazionale o internazionale”.
Una linea ammorbidita da parte del Governo ma senza rinunciare alla strategia di controllare l’attività delle Ong e di limitarne le possibilità di azione.
Medici Senza Frontiere ha ribadito che non firmerà sostenendo che nulla cambia nella politica italiana nel Mediterraneo.
“I recenti sviluppi nel Mediterraneo mostrano che il Codice di Condotta è parte di un disegno più ampio che intende sigillare la costa libica e intrappolare migranti e rifugiati in Libia, gettando via la chiave” afferma Msf. E continua: “questo anche grazie al dispiegamento di navi militari italiane per aumentare la capacità delle guardie costiere libiche di intercettare migranti e rifugiati. Queste azioni dice Msf- stanno chiaramente dimostrando la vera ambizione delle autorità italiane ed europee: limitare l’attività degli attori di ricerca e soccorso indipendenti e concentrare tutti gli sforzi nel riportare le persone in Libia”