Monte Maíz è una piccola città dell’Argentina, a metà strada tra Buenos Aires e Cordoba. In piena pampa.
I quartieri centrali sono attraversati dalla strada provinciale n.11. Tutto intorno un mare di verde. Ma quei campi coltivati sprigionano veleni. Qui, in una popolazione di circa ottomila persone, il cancro è la prima causa di morte, il 33,9% del totale dei decessi. La malattia si propaga ogni anno cinque volte di più della media del resto del Paese. Alto anche il tasso di aborti spontanei e di bambini che nascono con gravi malformazioni. Tanti anche i cittadini che soffrono di problemi respiratori. Guardando i grafici dei molti rilevamenti fatti nella zona, il colpo d’occhio è impressionante. A Monte Maíz non c’è quartiere che si salvi. Tutti contano decine di pallini blu o rossi, i primi segnalano i malati alle vie respiratorie, gli altri le persone affette da tumore.
Queste inchieste girano attorno a un quesito che suona stridulo… ma che la burocrazia impone. Saranno i veleni di cui è impregnato il terreno agricolo a provocare questi effetti devastanti? Occorre infatti sapere che solo a Monte Maíz, circolano ogni anno 600mila litri di glifosato, un pesticida utilizzato nelle piantagioni di soia geneticamente modificata.
Il glifosato è stato sintetizzato per la prima volta nel 1950 da un chimico svizzero, ma è dagli anni Settanta che viene commercializzato come diserbante dalla Monsanto. E’ un veleno che è diffuso non solo in Argentina ovviamente, ma anche negli Stati Uniti e in Europa dal 2002. Una nuova valutazione di Bruxelles per capire le ricadute sulla popolazione era attesa per il 2015, ma è stata rimandata.
In Europa ci sono 14 aziende che producono il glifosato. Ma per nessuna di queste imprese la sostanza è tanto importante quanto lo è per la Monsanto. Perché la multinazionale non rifornisce infatti il pianeta solo del diserbante ma vende agli agricoltori anche le sementi geneticamente modificate che resistono al pesticida: i semi “Roundup Ready”, pronti per il Roundup. Se l’uso di glifosato non fosse più autorizzato, quindi, gli agricoltori non avrebbero più alcun motivo di comprare il mais, il frumento e la soia ogm, e il modello commerciale della Monsanto crollerebbe.
Nel mondo sono migliaia gli attivisti che si oppongono a che il nostro pianeta si trasformi nella tragica realtà di Monte Maíz. Proprio in questi giorni si sono riuniti all’Aja, nei Paesi Bassi, per costituire il Tribunale di Monsanto. Un parterre di giuristi di livello internazionale per dare il via a un processo contro la multinazionale. L’accusa è di crimini contro l’umanità e della distruzione dell’ambiente, del nostro Pianeta Terra.
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Effetti collaterali. Popolazione civile in pericolo è la rubrica a cura di Cristina Artoni, in onda ogni lunedì su Radio Popolare alle 9.33
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