- Play
-
Tratto dal podcast
Fino alle otto di mar 03/11/20
Coronavirus | 2020-11-03
Roberta Brivio, presidente di SIPEM SOS LOMBARDIA, la Società di Psicologia dell’Emergenza, è intervenuta a Radio Popolare per parlare degli effetti della pandemia sui cittadini, il modo in cui stanno affrontando questo periodo di incertezza tra DPCM che si susseguono di giorno in giorno, difficoltà economiche e le incertezze per il futuro.
L’intervista di Barbara Sorrentini a Fino Alle Otto.
In questo periodo il susseguirsi dei DPCM e delle misure restrittive sta creando ansia, dubbie e attese per quello che succederà. Voi state lavorando anche su questo tipo di effetti della pandemia?
Naturalmente sì. Noi abbiamo un numero telefonico gratuito dedicato a chiunque abbia dei problemi rispetto al COVID, ma anche problema di ansia o depressione. Ultimamente ci chiedono aiuto su come comportarsi con i figli che sono a casa da scuola e fanno formazione a distanza, ma sono tante anche le richieste legate alla violenza sulle donne che in questo periodo è aumentata tantissimo. Molti ci chiamano perchè sono preoccupati per i decreti e perchè non sanno cosa succederà, persone che hanno amici e relazioni in alte Regioni o altri posti e ci dicono che non sarebbero in grado di reggere un altro lockdown e questo stato di insicurezza continua, il non sapere se si potrà uscire oppure no. Noi diamo assistenza anche a persone che hanno perso il lavoro o che hanno timore di perderlo, ma anche artigiani, ristoratori e baristi. C’è una grande ansia in questo periodo.
Come sono arrivate le persone che si sono rivolte a voi dopo il primo lockdown e il rischio di una nuova chiusura a breve? Quali sono gli effetti della pandemia sulla popolazione?
Alcune sono tornate. Stanno arrivando telefonate di persone che ci avevano già contattato in passato. C’è una grande paura perchè prima si diceva che erano a rischio soltanto le persone sopra agli anta, mentre adesso è diffusissimo anche tra i ragazzini. Nella zona in cui abito ci sono tantissimi bambini positivi ai tamponi, con genitori in quarantena. Bambini dell’asilo, delle elementari o delle medie e questa è una cosa che ha spaventato tutti. È davvero un nemico invisibili da cui non sanno come difendersi.
Prima telefonavano persone dicendo “non mi risponde nessuno. Chiamo la Regione e non rispondono, chiamo il medico di base e non risponde, chiamo il pronto soccorso e non risponde nessuno”. C’era un’assenza, probabilmente per i sovraccarichi di chiamate, da parte dei servizi di soccorso. Adesso, invece, telefonano – e me lo riferiscono anche amiche e college – e i medici non sanno cosa dire o cosa fare. Dicono di fare una cosa, poi ne dicono un’altra. Questo genera ansia, incertezze e paure molto forti.
(Potete ascoltare l’intervista a partire dal minuto 44)