Napoli è un casco di riccioli biondi; un cappotto su misura con il collo alto e rigido; “alla Stuarda”; un paio di tacchi che scendono giù per via Toledo; una camera in affitto piena di vestiti colorati e provocanti, mai messi; un amante crudele e prestante, “di quel brutto che piace”; è un latte e cognac in un bar aperto tutta notte, dopo essere caduta mezza morta sull’asfalto.
Questo e altro nella splendida e giustamente premiata prova d’attore (ma anche d’autore) di Arturo Cirillo, in “Scende giù per Toledo“, tratto dall’altrettanto efficace libro di Giuseppe Patroni Griffi, che Natalia Ginzburg definì frutto “dell’amorosità e dello stile dell’acqua.”
Ambientato nel ’75, in una Napoli livida ma anche sarcastica, a cavallo fra miserie antiche e nuove nobiltà, la storia di Rosalinda Sprint, travestito romantico e intraprendente, con una sua personale idea dell’eleganza e dell’amore, lo spettacolo è un tour de force fisico e verbale, che ammalia e commuove il pubblico e consegna alla scena un’altra indimenticabile istantanea di Napoli.
Arturo Cirillo è venuto a trovarci a Cult e ci ha raccontato il suo “Scende giù per Toledo”, che è in scena al Teatro Verdi di Milano, prodotto da Tieffe Teatro Menotti.
Ascolta l’intervista ad Arturo Cirillo