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Gilets gialli, una settimana di proteste

Emmanuel Macron

La protesta contro il carovita e l’aumento delle tasse sul carburante dei gilets gialli dura ormai da sette giorni. Dopo le oltre 2000 azioni di sabato scorso, che hanno fatto un morto e diverse centinaia di feriti, i manifestanti hanno continuato a bloccare alcune zone del paese durante tutta la settimana.

C’è stato un altro morto in Francia metropolitana e l’isola della Réunion, nell’oceano Indiano, è in piena rivolta, al punto che è stato dichiarato lo stato d’emergenza. A poche ore dalla seconda manifestazione nazionale di sabato, questa volta indetta a Parigi, davanti ai palazzi del potere, si sono moltiplicate le dichiarazioni del governo. O di ex membri del governo, come il fu ministro della transizione ecologica e solidale Nicolas Hulot.

Personaggio molto popolare in Francia, Hulot si è espresso per la prima volta dopo le sue dimissioni, date tre mesi fa. Le sue dichiarazioni erano attesissime, perché è lui il padre di quella maledetta tassa carbone che entrerà in vigore a gennaio e che ha scatenato la protesta. Fedele a sé stesso, l’ex ministro ripete che tasse di quel tipo sono necessarie perché la transizione ecologica è un’emergenza assoluta, visto lo stato del pianeta.

Però, ha ricordato, “queste misure vanno pensate a grande scala e vanno di pari passo con un accompagnamento sociale, per cui mi sono sempre battuto e che non c’è stato. La Francia avrebbe fatto volentieri a meno di questo scontro, che oppone l’ecologia al sociale, quando la mia volontà era di riconciliare questi due aspetti. Non ci siamo riusciti e questa crisi si poteva evitare”. Secondo l’ex ministro, il problema non è l’ecologia, ma l’iniquità fiscale in generale: “Bisogna conciliare i problemi da fine del mese con i problemi da fine del mondo”.

Intanto, il presidente Macron è intervenuto per rettificare un po’ il tiro rispetto alle posizioni del governo, che ha cercato di mostrarsi comprensivo ma fermo. Dopo aver invitato al dialogo, anche se al momento non si capisce bene con chi, in mancanza di responsabili nazionali dei gilets gialli, ha annunciato che martedi’ prossimo presenterà un nuovo piano per rendere la transizione ecologica più accettabile. E sembra anche guardare con interesse alla proposta del leader della CFDT, sindacato su posizioni simili a quelle di CISL e UIL, di creare un patto sociale sulla conversione ecologica che riunisca governo, sindacati, associazioni e gilets gialli.

Aspettando le mosse dell’esecutivo, la manifestazione di domani rischia di essere tesa: la Prefettura ha aperto alla possibilità di un raggruppamento sugli Champs de Mars, sotto la Tour Eiffel, ma i gilets gialli vogliono piazza della Concordia o gli Champs Elysées, a due passi dal palazzo presidenziale. Per ora non hanno presentato nessuna domanda di autorizzazione alle forze dell’ordine, che si preparano a possibili scontri mobilizzando 3000 poliziotti.

Difficile anche dire quanta gente verrà fino a Parigi: per molti manifestanti è un viaggio troppo caro o complicato. La polizia parla per ora di 30.000 persone, in parte provenienti da ambienti radicali di destra o sinistra, che punterebbero a investire l’Eliseo.

Emmanuel Macron
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    Luisa Nannipieri
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    Amici da oltre vent'anni in cui spesso hanno collaborato, sia partecipando ai reciproci dischi sia scrivendo canzoni a quattro mani, ora Riccardo e Giua presentano il loro concerto in duo, in cui fondono i loro percorsi artistici, differenti ma anche molto affini: quello della musica popolare e strumentale di Riccardo Tesi, uno degli artisti di punta del folk italiano ed europeo, tra i musicisti più autorevoli della scena world internazionale , e quello della canzone d'autore e popolare di Maria Pierantoni Giua, interprete e autrice di grandissimo talento, dalla voce 'graffiata' intensa e suadente nonché chitarrista dotata e raffinata. Nel giorno del loro concerto a La Scighera di Milano, Giua e Riccardo Tesi sono passati a Jack per una chiacchierata con Matteo Villaci e qualche brano dal vivo in arrivo da Retablos Live, il loro album disponibile da oggi su tutte le piattaforme digitali e i formato fisico su Bandcamp.

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    La Giunta di Palazzo Marino ha approvato le linee di indirizzo per la valorizzazione, attraverso una procedura ad evidenza pubblica, di Palazzo Dugnani, il complesso monumentale che conserva al suo interno anche affreschi e decorazioni del Tiepolo, di Ferdinando Porta e della scuola Veneta del XVIII secolo. La destinazione d'uso principale dell'immobile, situato all'interno dei Giardini Pubblici Indro Montanelli, sarà quella di polo scientifico culturale focalizzato sui temi ambientali come la biodiversità, l’economia circolare, la sostenibilità, e/o quella di museo dei media, delle immagini e dei loro impatti sulle arti visive, sulla scienza, sulla moda, sul design. Ira Rubini ne ha parlato oggi a Cult con Tiziana Ricci e Fulvio Irace, architetto e storico dell'architettura, Politecnico di Milano / IULM.

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