Appena entrato, avevo notato tracce di chiusura, soltanto un paio di tavoli ancora occupati e serviti da un cameriere che pareva esausto. Mentre attendevo che qualcuno notasse una presenza estranea e dubbiosa quanto la mia, si fece avanti un signore uscito dalle cucine, che aprì bocca solo per pronunciare la frase: «Mi spiace, siamo…» e qui si interruppe, per ravvivare uno sguardo d’improvviso curioso, quindi indagò: «Lü l’è quel del tenis?». Cosa potevo rispondere? «Sì» mormorai, sentendomi scoperto. Seguì una serie di complimenti, e di offerte, non solo di un posto a tavola, ma di possibili scelte, fino al mio imbarazzo. E, nel locale deserto, mi fu offerto un pranzo di Natale.
Così si legge a pagina 175 di un libro dalla copertina grigia e arancione.
Si intitola Quello del tennis. Storia della mia vita e di uomini più noti di me, lo ha edito Mondadori e scritto Gianni Clerici.
Classe 1930, Clerici è, in effetti, una delle figure più importanti nella storia del tennis italiano, come testimonia la cerimonia che, nel 2006, lo ha introdotto nella Hall of Fame della disciplina.
Dopo essere stato un tennista di ottimo livello, due volte impegnato in carriera sull’erba di Wimbledon, è divenuto giornalista e scrittore.
Ha scritto romanzi sportivi e non, tra cui una bibbia per gli appassionati come 500 anni di tennis, “il libro italiano più conosciuto al mondo dopo la Divina Commedia e Pinocchio”, come amava dire Enzo Biagi. Per anni Clerici ha fatto coppia nelle telecronache di Sky con Rino Tommasi, con cui ha inventato un linguaggio e portato sotto rete tre generazioni.
Di queste piacevoli fatiche, di una vita di avventure e amicizie straordinarie narra nella sua nuova biografia. Anzi bio-eterografia, come ama dire Gianni Clerici.
Riascolta la sua intervista a Olio di Canfora